Page 54 - La vera religione
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creazione del mondo in poi, le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate
con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità . In
questo consiste il ritorno dalle realtà temporali a quelle eterne e il
rinnovamento della vita con il passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo.
C’è forse qualcosa che potrebbe non ricordare all’uomo che deve
raggiungere la virtù, dal momento che possono svolgere tale funzione
perfino i vizi? A che aspira, infatti, la curiosità se non alla conoscenza, che
può essere certa solo se riguarda le realtà eterne e che non mutano mai? A
che la superbia se non al potere che ha per scopo la libertà di azione, la quale
è raggiunta solo dall’anima perfetta, sottomessa a Dio e rivolta con sommo
ardore al suo regno? A che il piacere del corpo, se non al riposo che si trova
solo dove non c’è nessuna indigenza e corruzione? Dunque, dobbiamo
evitare l’infimo regno, ovvero le pene più gravi che possono toccarci dopo
questa vita, dove non è più possibile ricordare la verità non essendo più
possibile l’uso della ragione, in quanto essa non è più inondata dalla vera luce
che illumina ogni uomo che viene in questo mondo . Affrettiamoci, dunque, e
camminiamo finché è giorno, perché le tenebre non ci sorprendano .
Affrettiamoci a liberarci della seconda morte , dove non c’è nessuno che si
ricordi di Dio, e dell’inferno, dove nessuno rende onore a Dio .
I fini degli stolti sono diversi da quelli dei saggi.
53. 102. Ma ci sono alcuni infelici che, disprezzando le cose che conoscono e
godendo delle novità, preferiscono apprendere più che sapere, sebbene il
sapere sia il fine dell’apprendere. Altri poi, senza tenere in alcun conto la
libertà di azione, preferiscono la lotta più che la vittoria, sebbene la vittoria
sia il fine della lotta. E altri ancora, non avendo alcuna cura per la salute del
corpo, preferiscono il mangiare all’esser sazi, il godere degli organi genitali
più che il patirne l’eccitazione. Altri, infine, preferiscono il dormire al non
aver sonno. Eppure il fine di tutti quei piaceri è di non aver fame e sete, di
non desiderare il rapporto sessuale e di non provare la stanchezza fisica.
53. 103. Perciò, quelli che aspirano a raggiungere questo obiettivo, in primo
luogo non provano curiosità, poiché sanno che la conoscenza certa è quella
interiore e di essa godono, per quanto è consentito in questa vita. Quindi,
messa da parte ogni pervicacia, raggiungono la libertà di azione, consapevoli
che non opporsi all’animosità di alcuni è vittoria più grande e più facile, e
mantengono questa disposizione per quanto è loro possibile in questa vita.
Infine, ottengono anche il riposo del corpo, astenendosi da quelle cose che
non sono indispensabili per questa vita: così gustano quanto è soave il
Signore . Non avranno dubbi circa quel che li attende dopo questa vita e si
nutrono di fede, di speranza e di carità in vista della propria perfezione.
Dopo questa vita anche la conoscenza diventerà perfetta, perché, se ora la