Page 50 - La vera religione
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progredisce nella prosperità, nell’avversità impara a conoscere i progressi
                  che ha compiuto. Non confida infatti nei beni mutevoli, quando abbondano;
                  perciò, quando gli sono tolti, scopre che se ne era lasciato afferrare. Perché
                  per  lo  più,  quando  li  abbiamo,  pensiamo  di  non  amarli;  ma  quando
                  cominciano a mancare, scopriamo chi siamo. Infatti, perdiamo senza dolore
                  ciò che possedevamo senza amarlo. Sembra dunque che vinca, mentre in
                  realtà è vinto chi, prevalendo, ha raggiunto ciò che dovrà lasciare con dolore;
                  al contrario, vince, mentre sembra che sia vinto chi, rinunciando, raggiunge
                  ciò che non potrà perdere senza la sua volontà.

                  Libertà e giustizia.
                  48. 93. Dunque, chi ama la libertà, cerchi di essere libero dall’amore per le
                  cose mutevoli; e chi ama il potere, si sottometta come suddito a Dio, l’unico
                  che regna su tutto, amandolo più di se stesso. Questa è la perfetta giustizia,
                  per la quale amiamo di più le cose di maggior conto e di meno quelle di
                  minor conto. Ami dunque l’anima sapiente e perfetta, così come la vede, e
                  quella stolta non in quanto tale, ma in quanto può essere perfetta e sapiente,
                  giacché non deve amare neppure se stesso in quanto stolto. Infatti, chi ama
                  se stesso in quanto stolto non farà progressi verso la sapienza e nessuno
                  diventerà quale desidera essere, se non avrà odiato se stesso come è. Ma,
                  fino  a  che  non  avrà  raggiunto  la  sapienza  e  la  perfezione,  sopporti  la
                  stoltezza  del  prossimo  con  la  stessa  disposizione  d’animo  con  la  quale
                  sopporterebbe la propria, se fosse stolto e amasse la sapienza. Perciò, se la
                  stessa superbia è un’ombra della vera libertà e del vero regno, anche per
                  mezzo di essa la divina Provvidenza ci ricorda di che cosa noi peccatori
                  siamo segni e dove dobbiamo ritornare, una volta ripresa la giusta via.

                  Anche la curiosità è monito a cercare la verità.
                  49. 94. Che altro, poi, hanno di mira gli spettacoli e tutto ciò che chiamiamo
                  curiosità,  se  non  la  gioia  di  conoscere  le  cose?  Che  c’è,  dunque,  di  più
                  ammirevole e di più bello della verità stessa, a cui ogni spettatore dà prova
                  manifesta  di  voler  pervenire  quando  vigila  attentamente  per  non  farsi
                  ingannare e, poi, si vanta se nello spettacolo riesce a cogliere qualcosa e a
                  giudicarlo con maggior acume e prontezza degli altri? Guardano con molta
                  attenzione  anche  il  prestigiatore,  benché  non  prometta  nient’altro  che
                  inganno, e lo osservano con grande impegno; se poi vengono ingannati, si
                  compiacciono della sagacia di colui che li inganna, non potendolo fare della
                  propria. Infatti, qualora il prestigiatore non sapesse per quali motivi gli
                  spettatori  si  ingannino,  o  fosse  ritenuto  tale,  nessuno  lo  applaudirebbe,
                  essendo anch’egli in errore. Se però qualcuno del pubblico da solo ne scopre
                  il trucco, ritiene di meritare una lode maggiore della sua, se non altro perché
                  è riuscito a non farsi raggirare e ingannare. Se, invece, l’inganno è chiaro a
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