Page 49 - La vera religione
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non invidia i suoi imitatori, ma anche, per quanto può, si presenta loro con
                  grande disponibilità e cortesia, pur senza averne bisogno; infatti, quel che in
                  essi ama, lo possiede in se stesso in maniera totale e perfetta. Così, quando
                  ama il prossimo come se stesso, non prova invidia per lui, perché non la
                  prova neppure per se stesso; gli dà ciò che può, perché lo dà a se stesso; non
                  ha bisogno di lui, perché non ne ha di se stesso: ha bisogno soltanto di Dio,
                  perché, unendosi a Lui, è beato. Nessuno, infatti, gli può togliere Dio. Senza
                  alcun dubbio, perciò, è un uomo invincibile colui che sta unito a Dio, non
                  perché ottiene da Lui qualche altro bene, ma perché per lui non c’è nessun
                  altro bene all’infuori dello stare unito con Dio .

                  47.  91.  Un  uomo  così,  nel  corso  della  sua  vita,  si  serve  degli  amici  per
                  ricambiare la gratitudine, dei nemici per esercitare la pazienza, di quelli ai
                  quali può fare del bene per far loro del bene, di tutti per dar prova della sua
                  bontà. E, sebbene non ami i beni temporali, ne fa un giusto uso, aiutando gli
                  uomini secondo la loro condizione, se non può farlo in modo eguale per
                  tutti. Pertanto, se parla più volentieri con qualcuno dei suoi intimi che con il
                  primo venuto, non significa che lo ami di più, ma che ha con lui maggiore
                  confidenza  e  più  occasioni.  Tratta  infatti  tanto  meglio  quelli  che  sono
                  occupati nelle questioni terrene quanto meno egli vi è impegnato. Poiché,
                  dunque, non può essere di giovamento per tutti, che pure ama in egual
                  misura, sarebbe ingiusto se non preferisse esserlo per coloro che gli sono più
                  vicini. Il legame spirituale, poi, è più forte di quello di luogo e di tempo, nel
                  quale siamo generati come esseri corporei, ed è un legame fortissimo, che
                  prevale  su  tutti.  Un  tale  uomo,  perciò,  non  si  affligge  per  la  morte  di
                  nessuno, perché chi ama Dio con tutto il cuore sa che quanto non perisce per
                  Dio neppure per lui perisce. Ora, Dio è il Signore dei vivi e dei morti . Perciò,
                  come la giustizia altrui non lo rende giusto, così l’infelicità altrui non lo
                  rende infelice. E come nessuno può portargli via la giustizia e Dio, così
                  nessuno  può  portargli  via  la  felicità.  E  se  talora  è  turbato  dal  pericolo,
                  dall’errore o dal dolore di qualcuno, è disposto a farne l’opportunità per
                  soccorrerlo, correggerlo o consolarlo, ma non per distruggere se stesso.

                  47.  92.  In  nessuna delle  sue doverose incombenze viene  fiaccato, sicuro
                  nell’attesa della pace futura. Che cosa infatti potrà nuocere a colui che è in
                  grado di trarre vantaggio anche dal nemico? Protetto e sostenuto da Dio per
                  il cui precetto e dono ama i suoi nemici, non teme la loro inimicizia. Un
                  uomo del genere non si rattrista troppo nelle tribolazioni; anzi addirittura ne
                  gode, sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza una virtù
                  provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di
                  Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato
                  .  Chi  potrà  nuocere  a  costui?  Chi  potrà  sottometterlo?  L’uomo  che
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