Page 44 - La vera religione
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tuttavia non lo sono dei sensi. Tra loro, infatti, non vi è nessuno che, o nel
suono della voce o in altro movimento e azione delle membra, non produca
qualcosa di armonico e di misurato nel suo genere, non per effetto di qualche
scienza, ma per un ordine intrinseco alla sua natura, regolato da
quell’immutabile legge dell’armonia.
La verità eterna è la ragione dell’ordine universale.
43. 80. Ritorniamo a noi e lasciamo da parte quel che abbiamo in comune con
le piante e gli animali. La rondine, infatti, nidifica in un solo modo e così
pure ciascuna specie di uccelli. Che c’è dunque in noi che, a proposito di
tutte queste cose, ci consente di giudicare a quali forme mirino e fino a che
punto le realizzino e che, negli edifici e nelle altre opere materiali, ci
permette di inventarne innumerevoli, come se fossimo i signori di tutte le
forme? Che c’è in noi che ci fa interiormente comprendere che queste stesse
masse visibili dei corpi sono grandi o piccole in proporzione; che ogni corpo,
per quanto piccolo, può essere diviso in due parti e che, anche così diviso,
può esserlo ancora in innumerevoli parti; che ogni granello di miglio,
rispetto ad una sua parte - la quale occupa in lui tanto spazio quanto il
nostro corpo in questo mondo -, è tanto grande quanto lo è il mondo rispetto
a noi? E ancora, che ci fa capire che tutto questo mondo è bello non per la
grandezza ma per il rapporto tra le sue forme; che esso appare grande non
per la sua ampiezza ma per la piccolezza nostra, cioè degli esseri viventi di
cui è pieno, i quali, a loro volta, poiché possono essere divisi all’infinito, non
sono così piccoli per se stessi, ma rispetto agli altri e soprattutto all’universo
stesso? In modo del tutto simile avviene per il tempo, perché, come ogni
estensione spaziale, così ogni durata temporale può essere divisa per due e,
per breve che sia, ha un inizio, uno sviluppo e un termine. Dunque, deve
comprendere inevitabilmente due metà, dal momento che si divide nel corso
del suo procedere verso la fine. Per questo motivo la durata di una sillaba
breve è breve in rapporto a quella di una più lunga, e l’ora invernale è più
corta in rapporto a quella estiva. Come pure sono durate brevi quelle di una
sola ora rispetto al giorno, di un giorno rispetto al mese, di un mese rispetto
all’anno, di un anno rispetto al lustro, di un lustro rispetto a periodi più
lunghi e di questi rispetto alla totalità del tempo. Però questa stessa
armonica successione e, in qualche modo, gradazione di intervalli di luoghi e
di tempi, è giudicata bella non per l’estensione o la durata, ma per l’ordinata
disposizione.
43. 81. Il criterio stesso che presiede a quest’ordine vive nell’eterna verità,
inesteso di mole e immutabile quanto a durata; ma, in potenza, è più grande
di tutti i luoghi e, nella sua eternità, più stabile di tutti i tempi. Senza di esso
non sarebbe possibile ricondurre ad unità l’ampiezza di nessuna mole, né si