Page 52 - La vera religione
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ciascuno comprende di comprendere qualcosa e ancora comprende questo
suo comprendere. Comprendo che si può andare all’infinito e che in tutto ciò
non c’è nessuno sviluppo né in senso spaziale né in senso temporale;
comprendo, inoltre, che non potrei comprendere se non vivessi e, con
maggior certezza, comprendo di vivere in maniera più intensa quando
comprendo: è per la sua intensità, appunto, che la vita eterna supera quella
temporale. E non riesco a percepire in cosa consista l’eternità, se non con
l’intelligenza. Con lo sguardo della mente, infatti, distinguo l’eternità da
tutto ciò che è mutevole e in essa non vedo alcun intervallo di tempo, perché
gli intervalli di tempo scaturiscono dai movimenti passati e futuri delle cose.
Nell’eternità, invece, nulla passa e nulla deve avvenire, perché ciò che passa
cessa di essere e ciò che deve avvenire non ha ancora cominciato ad essere.
L’eternità è soltanto: né fu, come se ormai non sia più, né sarà, come se ancora
non sia. Perciò essa sola poté dire alla mente umana con piena verità: Io sono
colui che sono ; e con altrettanta verità di lei si poté dire: È Colui che è che mi ha
mandato .
Come vanno interpretate le Sacre Scritture.
50. 98. Se non possiamo ancora godere dell’eternità, attribuiamolo almeno
alle nostre immaginazioni ed espelliamo dalla scena della nostra mente
giochi così futili ed ingannatori. Per salire serviamoci dei mezzi che la divina
Provvidenza si è compiaciuta di creare per noi. Quando, infatti, troppo presi
da divertenti immagini, ci perdevamo dietro ai nostri pensieri e volgevamo
tutta la vita a certi vani sogni, Dio, nella sua indicibile misericordia, non
disdegnò di giocare, in certo modo, con noi bambini per mezzo di parabole e
similitudini, facendo ricorso, attraverso suoni e scritti (dal momento che la
creatura razionale è sottomessa alle sue leggi), al fuoco, al fumo, alla nube,
alla colonna come a parole visibili, e di curare i nostri occhi interiori con
questa sorta di fango .
50. 99. Distinguiamo, dunque, la fede che dobbiamo prestare alla storia da
quella che dobbiamo prestare all’intelligenza e che cosa dobbiamo affidare
alla memoria, senza sapere che è vero, ma tuttavia credendolo tale.
Distinguiamo, inoltre, dove si trovi la verità che non viene e non passa, ma
rimane sempre nello stesso modo. E ancora: quale sia il modo secondo cui
dobbiamo interpretare l’allegoria che nello Spirito Santo crediamo proferita
mediante la sapienza: se sia sufficiente estenderla dalle cose visibili più
antiche a quelle visibili più recenti o fino alle affezioni e alla natura
dell’anima, oppure fino all’immutabile eternità; se alcune di queste allegorie
indichino atti visibili, altre moti dell’animo, altre ancora la legge dell’eternità;
e se ve ne siano alcune nelle quali bisogna rintracciare tutte queste cose. Da
ricercare è anche in cosa consista la fede stabile, sia storica e temporale che