Page 56 - La vera religione
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perché li hanno amati (chi mai infatti potrebbe amarli?), ma perché hanno
                  amato le cose che ne sono l’origine, e quindi vi conducono inevitabilmente
                  chi le ama. Coloro, infatti, che preferiscono andare piuttosto che ritornare o
                  arrivare, devono essere mandati nei luoghi più lontani, perché sono carne,
                  un soffio che va e non ritorna .

                  54.  106.  Chi  invece  fa  uso  dei  cinque  sensi  del  corpo  per  credere  ed
                  annunciare le opere di Dio e per promuovere l’amore per Lui, o dell’azione o
                  della conoscenza per riacquistare la pace e conoscere Dio, entra nella gioia
                  del suo Signore . È per questo che il talento, che viene tolto a chi ne fa cattivo
                  uso, è dato a chi ha fatto buon uso dei cinque talenti . Non perché si possa
                  trasferire l’acutezza dell’intelligenza, ma perché con ciò si capisca che la
                  possono  perdere  i  negligenti  e  i  malvagi,  mentre  la  possono  ottenere  i
                  diligenti e i pii, anche se siano gli uni più dotati di ingegno e gli altri di
                  meno. Quel talento non è dato a chi ne ha ricevuti due (infatti chi lo possiede
                  già si comporta bene nell’azione e nella conoscenza), ma a chi ne ha ricevuti
                  cinque. Infatti, chi si affida solo alle realtà visibili, cioè a quelle temporali,
                  non possiede ancora l’acutezza della mente che gli consente di contemplare
                  le realtà eterne; invece, la può ottenere chi rende lode a Dio come all’artefice
                  di tutte le realtà sensibili: ne dà prova con la fede, Lo attende con la speranza
                  e Lo cerca con la carità .

                  Esortazione a seguire la vera religione.
                  55. 107. Stando così le cose, vi esorto, o uomini carissimi e a me vicini, e con
                  voi esorto me stesso, a correre quanto più celermente possibile verso la meta
                  a  cui  Dio  ci  chiama  attraverso  la  sua  Sapienza.  Non  amiamo  il  mondo,
                  perché  tutto  quello  che  è  nel  mondo  è  concupiscenza  della  carne,
                  concupiscenza  degli  occhi  e  vanità  mondana  .  Non  desideriamo  di
                  corrompere  e  di  lasciarci  corrompere  dal  piacere  della  carne,  per  non
                  incorrere nell’ancora più miserevole corruzione dei dolori e dei tormenti.
                  Non amiamo le contese, per non essere consegnati in potere degli angeli che
                  ne gioiscono, ed essere così umiliati, incatenati e percossi. Non amiamo gli
                  spettacoli visibili per evitare che, con l’allontanarci dalla verità e con l’amare
                  le ombre, siamo gettati nelle tenebre .

                  55. 108. Facciamo in modo che la nostra religione non consista in vuote
                  rappresentazioni. Una cosa qualsiasi infatti, purché vera, è migliore di tutto
                  quello che può essere immaginato ad arbitrio; non per questo, comunque,
                  dobbiamo  venerare  l’anima,  sebbene  essa  sia  un’anima  vera,  quando
                  immagina cose false. Un vero filo di paglia è migliore della luce prodotta
                  dalla vana immaginazione di chi fantastica a suo piacimento; tuttavia, è da
                  folle ritenere che si debba venerare il filo di paglia che vediamo e tocchiamo.
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