Page 57 - La vera religione
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Facciamo in modo che la nostra religione non consista nel culto delle opere
umane. Sono migliori, infatti, gli artefici che le hanno fabbricate, anche se
non è questo un motivo per venerarli. Che non consista nel culto di animali;
migliori di essi, infatti, sono anche gli ultimi tra gli uomini che, comunque,
non dobbiamo venerare. Che non consista nel culto dei morti; perché, se
sono vissuti piamente, è da ritenere che non ricerchino tali lodi, ma vogliano
invece che veneriamo Colui per la cui luce gioiscono, condividendo con essi
il loro merito . Dobbiamo dunque rendere loro onore come esempi, non
come oggetto di culto religioso. Se essi invece hanno vissuto male, ovunque
siano, non dobbiamo venerarli. Che non consista nel culto dei demoni,
perché ogni superstizione, mentre per essi è un onore e un trionfo, per gli
uomini è un grande tormento e una pericolosissima infamia.
55. 109. La nostra religione non consista nel culto delle terre e delle acque,
perché già l’aria, anche piena di caligine, è più pura e più luminosa di esse;
comunque non la dobbiamo venerare. Come pure non consista nel culto
dell’aria più pura e più limpida, perché si oscura quando manca la luce;
peraltro, più puro di essa è lo splendore del fuoco, ma non per questo lo
dobbiamo venerare, dal momento che lo accendiamo e lo spegniamo a
nostro piacimento. Non consista nel culto dei corpi eterei e celesti perché,
sebbene siano giustamente anteposti a tutti gli altri corpi, tuttavia sono
inferiori a qualsiasi forma di vita. Se poi sono animati, qualsiasi anima è per
se stessa migliore di ogni corpo animato e, tuttavia, nessuno riterrà degna di
venerazione un’anima soggetta ai vizi. Non consista nel culto di quella vita
che si dice propria degli alberi, perché è una vita priva di sensibilità. È dello
stesso genere di quella da cui procede anche l’armoniosa struttura del nostro
corpo, nonché la vita delle ossa e dei capelli, che vengono tagliati senza che
se ne provi sensazione alcuna. La vita sensibile è di certo migliore di tale vita
e, tuttavia, non dobbiamo venerare la vita degli animali.
55. 110. Non consista la nostra religione neppure nella stessa perfetta e
sapiente anima razionale, né in quella preposta al governo dell’universo o
delle sue parti, né in quella che nei grandi uomini attende la trasformazione
che la rinnovi, perché ogni vita razionale, se è perfetta, obbedisce
all’immutabile verità che le parla interiormente senza strepito, mentre, se
non le obbedisce, diviene viziosa. Non è per se stessa perciò che eccelle, ma
per quella verità cui obbedisce di buon grado. Di conseguenza, ciò che è
venerato dal più elevato degli angeli deve essere venerato anche dall’ultimo
degli uomini, perché è proprio non venerandolo che la natura umana è
divenuta l’ultima. L’angelo non è saggio per un motivo e l’uomo per un
altro, né l’angelo è veritiero per un motivo e l’uomo per un altro; ma
entrambi sono tali per un’unica immutabile sapienza e verità. Infatti,