Page 58 - La vera religione
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nell’ambito del disegno di salvezza che percorre i tempi è avvenuto che la
stessa Virtù divina, l’immutabile Sapienza di Dio , consustanziale e coeterna
al Padre, si degnasse di assumere la natura umana, per insegnarci in tal
modo che l’uomo deve venerare ciò che deve venerare ogni creatura dotata
di intelletto e ragione. Crediamo che anche gli angeli migliori e i ministri più
eccellenti di Dio vogliano che, insieme con essi, veneriamo l’unico Dio, la cui
contemplazione è per loro causa di beatitudine. Non è certo la vista di un
angelo che ci rende beati, ma piuttosto quella della verità, per la quale
amiamo anche gli angeli e con loro ci rallegriamo. E non proviamo invidia
per il fatto che godono della verità in maniera più adeguata e senza alcun
impedimento che li ostacoli; al contrario, li amiamo di più perché anche a noi
il nostro comune Signore ha ordinato di sperare qualche cosa di simile.
Perciò li onoriamo con amore, non con animo da schiavi, e senza innalzare
loro templi; infatti non vogliono essere onorati così, perché sanno che noi
stessi, quando siamo buoni, siamo templi del sommo Dio. A buon diritto,
pertanto, nelle Scritture è detto che l’angelo proibì all’uomo di venerarlo e gli
prescrisse invece di venerare l’unico Dio, a cui anche lui era sottomesso .
55. 111. Gli angeli poi, che ci invitano a servirli e a venerarli come dèi, sono
simili ai superbi, i quali, se fosse loro consentito, aspirerebbero ad essere
venerati nello stesso modo. Comunque è più pericoloso venerare quegli
angeli che tollerare questi uomini. Ogni dominio dell’uomo sull’uomo
termina con la morte o di chi domina o di chi serve; invece, la sottomissione
alla superbia degli angeli cattivi riguarda anche il tempo che segue la morte,
perciò è motivo di maggior timore. Inoltre, chiunque può rendersi conto che,
mentre sotto il dominio di un uomo, ci è ancora consentito di esercitare la
libertà di pensiero, invece, sotto il dominio di questi angeli, trepidiamo per la
nostra stessa mente che è l’unico occhio di cui disponiamo per contemplare e
cogliere la verità. Se, dunque, in conformità ai nostri vincoli sociali, siamo
sottomessi a tutti gli organi di potere dati agli uomini per governare lo Stato,
rendendo a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio , non c’è
da temere che qualcuno esiga da noi un analogo comportamento dopo la
morte. Una cosa, infatti, è la sottomissione dell’anima, un’altra la
sottomissione del corpo. I giusti, che ripongono solo in Dio tutte le loro gioie,
quando qualcuno rende gloria a Dio per le loro azioni, si rallegrano con
costui; quando invece sono loro ad essere lodati, correggono, per quanto
possono, coloro che compiono questo errore; se però non è possibile, non si
compiacciono con loro, ma vogliono che si emendino da quel vizio. Ora, se
gli angeli buoni e tutti i santi ministri di Dio sono simili ai giusti o addirittura
superiori a loro in fatto di purezza e di santità, che timore abbiamo di
offenderne qualcuno, a meno che non siamo superstiziosi, quando, con il
loro aiuto, cerchiamo di raggiungere l’unico Dio e a Lui solo leghiamo le