Page 38 - La vera religione
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che nulla affatto si deve adorare e che errano gli uomini che si avvolgono
nella superstizione, impigliandosi in una misera schiavitù. Tuttavia, si tratta
di una vana coscienza, perché non riescono a liberarsi della schiavitù:
rimangono infatti gli stessi vizi dai quali sono attratti, al punto di ritenerli
degni di adorazione. Sono schiavi di una triplice cupidigia: del piacere,
dell’ambizione e della curiosità. Escludo che vi sia qualcuno, fra coloro che
ritengono che nulla si debba adorare, che non sia sottomesso ai piaceri
carnali o non nutra una vana ambizione di potenza o non vada pazzo per
qualche spettacolo. Così, senza rendersene conto, amano le cose temporali al
punto che si aspettano da esse la felicità; e di queste cose, dalle quali si
attendono la felicità, ineluttabilmente diventano schiavi, lo vogliano o no.
Infatti, si finisce con il seguirle, dovunque esse conducano, nel timore che
qualcuno possa portarsele via. Eppure le può portar via o una scintilla di
fuoco o una piccola bestiola; inoltre, per tralasciare le innumerevoli
avversità, c’è il tempo che ineluttabilmente porta via tutte le cose destinate a
finire. Pertanto, siccome questo mondo comprende tutte realtà temporali,
quelli che ritengono che non si deve adorare nulla per non essere schiavi, di
fatto sono schiavi di tutte le parti di cui il mondo è costituito.
38. 70. Questi infelici tuttavia, benché si trovino in una condizione così bassa
da essere dominati dai loro vizi, vittime o della lussuria o della superbia o
della curiosità, oppure di due di questi vizi o di tutti, fino a che sono nella
vita terrena possono combattere e vincere, a patto però che prima credano a
ciò che non sono ancora in grado di comprendere e non amino il mondo,
perché, come Dio stesso ha detto, tutto quello che è nel mondo è
concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e ambizione mondana . I tre
vizi sono così designati: la concupiscenza della carne indica chi ama i piaceri
più bassi, la concupiscenza degli occhi i curiosi, l’ambizione mondana i
superbi.
38. 71. Nell’umana natura, di cui essa stessa si è rivestita, la Verità ha
mostrato una triplice tentazione da cui liberarci. Il tentatore disse: Ordina che
queste pietre diventino pane; ma l’unico e solo Maestro rispose: Non di solo pane
vive l’uomo, ma di ogni parola che proviene da Dio . Così ha insegnato che
bisogna dominare le brame del piacere, in modo da non cedere neppure alla
fame. Ma chi non si era lasciato attrarre dal piacere della carne, forse avrebbe
potuto essere attratto dal fasto del potere temporale; perciò gli furono
mostrati tutti i regni della terra e gli fu detto: Ti darò tutte queste cose se,
prostrandoti, mi adorerai. Ma gli fu risposto: Adorerai il Signore Dio tuo e a Lui
solo renderai culto . Così fu schiacciata la superbia. Ma fu domata anche
l’ultima tentazione, quella della curiosità. Il tentatore lo spingeva a gettarsi
giù dalla sommità del tempio solo allo scopo di dare una prova; ma neppure
in questo caso fu vinto e rispose in modo da farci comprendere che, per