Page 36 - La vera religione
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amare, che poi il tempo ci porta via, lasciando nell’anima una folla di
immagini che stimolano la cupidigia ora verso un oggetto ora verso un altro.
Così l’animo diviene inquieto e travagliato nel suo vano desiderio di
possedere ciò da cui è posseduto. Per questo è invitato alla quiete, ovvero a
non amare le cose che è impossibile amare senza affanni. Solo così infatti le
dominerà: non ne sarà posseduto, ma le possederà. Il mio giogo è leggero , è
detto. Chi è sottomesso a questo giogo ha tutte le cose sottomesse e non si
affannerà, perché ciò che è sottomesso non gli fa resistenza. Ma i miseri, che
sono amici di questo mondo , dovranno esserne padroni, se vorranno essere
figli di Dio , perché fu data loro la possibilità di divenire tali; i miseri
appunto hanno tanta paura di separarsi dall’abbraccio del mondo che niente
per essi è più affannoso quanto il non provare affanni.
Errore e verità.
36. 66. Ma a chi è chiaro almeno che la falsità consiste nel credere che sia quel
che non è, costui comprende che è la verità a mostrare ciò che è. Ma se i corpi
ingannano, in quanto non raggiungono completamente quell’unità che, come
è provato, imitano, ossia il principio, perché è uno tutto ciò che è; inoltre, se è
naturale che approviamo tutto ciò che tende ad essergli simile, mentre
disapproviamo ciò che si allontana dall’unità e tende a essere dissimile da
essa; allora si comprende che c’è qualcosa così simile a questa unità -
Principio dal quale deriva l’unità di tutto ciò che in qualche modo è unitario
- da realizzarlo completamente e identificarsi con essa: questa è la verità, il
Verbo che era in principio, il Verbo Dio presso Dio . Se dunque la falsità
deriva dalle cose che imitano l’unità, però non in quanto la imitano ma in
quanto non riescono a realizzarla completamente, la Verità è quella che
riuscì a realizzarla completamente e ad essere ciò che essa è. È quella che la
mostra come è, per cui assai opportunamente è chiamata suo Verbo e sua
Luce . Tutte le altre cose si possono dire simili a questa unità in quanto sono,
giacché, come tali, sono anche vere; ma essa ne è la perfetta somiglianza e
dunque la Verità. È per la verità, infatti, che sono vere le cose che sono vere,
come è per la somiglianza che sono simili tutte le cose che sono simili. Come,
dunque, la verità è la forma delle cose vere, così la somiglianza è la forma
delle cose simili. Perciò, dato che le cose vere sono vere in quanto sono e in
tanto sono in quanto sono simili all’Uno che ne è il principio, la somma
somiglianza al Principio è la forma di tutte le cose che sono; essa è anche la
Verità, perché è priva di dissomiglianza.
36. 67. Perciò la falsità non ha origine né dall’inganno delle cose, perché a chi
le osserva esse mostrano soltanto l’aspetto che hanno ricevuto secondo il
loro grado di bellezza, né dalla fallacia dei sensi, perché all’anima che li
governa essi non trasmettono altro che le impressioni che hanno ricevuto