Page 32 - La vera religione
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costituisce regola, forma, esempio o comunque la si voglia chiamare, perché
essa sola ha pienamente realizzato la somiglianza con Colui dal quale ha
ricevuto l’essere, ammesso che l’espressione “ ha ricevuto ” non sia usata in
maniera impropria se riferita al Figlio, perché egli non ha l’essere da se
stesso ma dal primo e sommo principio che si chiama Padre, dal quale ogni
paternità nei cieli e sulla terra prende nome . È per questo che il Padre non
giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio e l’uomo spirituale giudica
ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno , ovvero da nessun uomo, ma
soltanto da quella stessa legge secondo la quale giudica tutte le cose, giacché
è anche detto con assoluta verità: Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale
di Cristo . L’uomo che vive secondo lo spirito dunque giudica tutto, perché è
al di sopra di tutto, in quanto è unito a Dio. Ma è unito a Dio in quanto
riflette con mente pura ed ama con piena carità ciò che comprende. Così, per
quanto gli è possibile, egli stesso si identifica con la legge in sé secondo la
quale giudica tutto e che non può essere giudicata da nessuno. Quanto detto
vale anche per le leggi terrene: anche se gli uomini, istituendole, le
giudicano, una volta istituite e consolidate, al giudice sarà consentito non di
giudicarle ma di giudicare in base ad esse. Perciò il legislatore, se è uomo
buono e sapiente, consulta la legge eterna, che nessun’anima può giudicare,
per discernere, secondo le sue immutabili regole, che cosa si debba
comandare o vietare nelle diverse circostanze. Alle anime pure, dunque, è
consentito di conoscere la legge eterna, ma non di giudicarla. La differenza
consiste in questo: per conoscere è sufficiente constatare che una cosa è così o
non è così; per giudicare, invece, aggiungiamo qualche cosa con cui
ammettiamo che potrebbe anche essere diversamente, come quando
diciamo: “ Deve essere così ”, oppure: “ Avrebbe dovuto essere così ”, o
ancora: “ Dovrà essere così ”, come fanno gli autori nei confronti delle loro
opere.
L’unità in se stessa si intuisce solo con la mente.
32. 59. Ma per molti lo scopo è il diletto umano e si rifiutano di mirare alle
cose più alte, in modo da giudicare perché le cose visibili piacciano. Così, se
chiedo ad un architetto perché, dopo aver costruito un arco, ne innalzi un
altro simile nella parte opposta, egli, credo, risponderà: perché ci sia una
corrispondenza simmetrica tra le parti dell’edificio. Se continuerò a
chiedergli il motivo di questa scelta, mi risponderà che la corrispondenza
simmetrica è cosa conveniente, bella e piacevole a chi l’osserva, e non oserà
dire niente di più. Con gli occhi rivolti in basso, si rimette a ciò che vede,
senza comprendere da dove derivi. Ma all’uomo, che è in possesso di un
occhio interiore e che vede nell’invisibile, non cesserò di ricordare perché
queste cose piacciano, in modo che sia capace di giudicare lo stesso diletto
umano. Così infatti lo può oltrepassare, senza esserne dominato, in quanto