Page 25 - La vera religione
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25. 46. Dal momento, dunque, che la divina Provvidenza provvede non solo
ai singoli uomini quasi privatamente, ma anche all’intero genere umano
quasi pubblicamente, che cosa elargisca ai singoli lo sanno Dio, che ne é
l’autore, e coloro che ne sono beneficiari. Che opera poi svolga a favore del
genere umano, volle che ci fosse trasmesso mediante la storia e la profezia.
L’attendibilità delle cose temporali, sia passate che future, è questione più di
credenza che di intelligenza. È compito nostro però esaminare a quali
uomini o a quali libri si debba credere per rendere il culto dovuto a Dio,
nostra unica salvezza. Su questo argomento la prima questione da
considerare è se sia possibile credere a coloro che ci propongono di adorare
un solo Dio o coloro che ci propongono di adorarne molti. Chi potrebbe
dubitare che è di gran lunga preferibile seguire coloro che ce ne propongono
uno solo, se oltretutto coloro che ne adorano molti unanimemente
considerano questo solo come unico Signore e reggitore di tutte le cose? Di
certo la numerazione comincia dall’unità. Perciò, prima dobbiamo seguire
coloro che affermano che l’unico sommo Dio è il solo vero Dio e il solo da
adorare. Se presso costoro la verità non risplenderà, soltanto allora si dovrà
andare altrove. Come, infatti, nella natura delle cose maggiore è l’autorità di
uno solo che tutto riporta all’unità e come nel genere umano nullo è il potere
di una moltitudine che non sia unanime, cioè che non pensi in maniera
unitaria, così nella religione maggiore e più degna di fede deve essere
l’autorità di coloro che propongono di adorare un unico Dio.
25. 47. La seconda questione da considerare riguarda la diversità di pareri
sorta tra gli uomini intorno al culto dell’unico Dio. Sappiamo che i nostri
antenati, con quella gradualità della fede per cui dalle cose temporali si risale
a quelle eterne, hanno seguito (né potevano fare diversamente) i miracoli
visibili e lo hanno fatto in modo che tali miracoli non sono stati più necessari
ai posteri. Infatti, una volta che la Chiesa cattolica si è diffusa stabilmente per
tutta la terra, non fu consentito che quei miracoli durassero fino ai nostri
giorni, perché l’anima non andasse sempre alla ricerca delle cose visibili e il
genere umano, con l’abitudine di vedere miracoli, non si intiepidisse per ciò
che, visto la prima volta, si era infiammato. D’altra parte, non c’è dubbio per
noi che si deve credere a coloro che, pur predicando cose accessibili a pochi,
tuttavia riuscirono a persuadere i popoli a seguirli. Ora, si tratta di stabilire a
chi si deve credere prima che ciascuno sia capace di ragionare sulle cose
divine e invisibili, poiché in nessun modo un’autorità umana va anteposta
alla ragione di un’anima purificata e che è pervenuta alla verità nella sua
evidenza. Ma a questa non si giunge mai con la superbia, in mancanza della
quale non si avrebbero gli eretici, gli scismatici, i circoncisi nella carne, gli
adoratori di creature e di idoli. D’altro canto, se questi non ci fossero prima