Page 66 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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quale  sia  il  bene  della  natura  e  quale  sia  il  dono  della  grazia.  Deve
                  sapere bene con quali ordigni di tentazione lo spirito maligno verrà a
                  battaglia, di quali consolazioni di gioie spirituali egli abbia abbondanza,
                  e come frequentemente lo spirito divino lo visiti, ed in che modo egli
                  venga  raggiunto  da  questo,  non  sempre  allo  stesso  modo,  ma  come
                  venga  colmato  ora  dallo  spirito  di  sapienza,  ora  dallo  spirito  di
                                        ,
                  intelligenza, ora dallo  spirito del buon consiglio o da altri vari affetti.
                  Per  concludere  brevemente,  deve,  questo  nostro  Giuseppe  conoscere
                  pienamente  tutto  lo  stato  e  il  modo  di  comportarsi,  per  quanto  è
                  possibile, dell’uomo nella sua interiorità e nella  sua carnalità, e deve
                  cercare finemente e investigare con diligenza non solo come egli sia,
                  ma anche come debba essere.


                                             Capitolo LXXI

                         I due figli della ragione, cioè la grazia della discrezione
                                    e la grazia della contemplazione


                  Per mezzo di  questo  Giuseppe, l’animo viene assiduamente istruito  e
                  talora viene condotto alla piena conoscenza di sé, come Beniamino, per
                  mezzo  del  suo  fratello  uterino  viene  talora  sollevato  fino  alla
                  contemplazione di Dio. Come infatti intendiamo per Giuseppe la grazia
                  della  discrezione,  così  intendiamo  per  Beniamino  la  grazia  della
                  contemplazione. Entrambi nascono dalla stessa madre perché la cono-
                  scenza di Dio e la conoscenza di sé è appresa dalla ragione. Beniamino
                  nasce molto tempo dopo Giuseppe, perché l’animo che non si è a lungo
                  esercitato nella conoscenza di sé, e non è perfettamente istruito, non è
                  elevato alla conoscenza di Dio. Invano il cuore si innalza a vedere Dio,
                  se non è ancora capace di vedere se stesso. L’uomo impari a conoscere
                  le cose invisibili di se stesso prima di presumere di poter apprendere le
                  cose invisibili di Dio. Devi conoscere l’invisibile segreto del tuo spirito,
                  prima di poter essere capace di conoscere il segreto invisibile di Dio. Se
                  non’ puoi conoscere te stesso, come puoi presumere di poter apprendere
                  ciò che sta sopra di te?


                                            Capitolo LXXII

                                Per mezzo di una piena conoscenza di sé,
                           l’animo viene sollevato alla contemplazione di Dio
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