Page 63 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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la necessaria utilità della ragione assennata è diventata nota per
esperienza e viene cercata e trovata con molta desiderosa attenzione,
allora nasce Giuseppe che è la virtù della discrezione. È chiaro come
nessuna delle serve e perché nemmeno la stessa Lia ma solo Rachele
abbia potuto generare un tale figlio; perché infatti non è proprio della
sensibilità né dell’immaginazione e nemmeno dell’affettività, ma solo
della ragione tale discernimento e siffatta intelligenza. Se dunque
intendiamo per Rachele la ragione, troveremo presto perché Giuseppe
non sia potuto nascère se non da Rachele, perché non dubitiamo affatto
che la discrezione sorge solo dalla ragione. Tale figlio da tale madre:
Giuseppe da Rachele, la discrezione dalla ragione.
Capitolo LXVIII
L’utilità della discrezione e le sue proprietà
Questo è quel Giuseppe che solo tra i fratelli indossa la tunica talare
poiché solo quella azione che è moderata dalla prudenza della
discrezione viene condotta al limite della perfezione. Questo è quel
Giuseppe che dal padre è amato più di tutti i fratelli perché a ragione si
preferisce la virtù custode di tutte le altre. Questo è quel Giuseppe che
ebbe i sogni e interpretò i sogni perché la vera discrezione nel momento
stesso della tentazione e tra i fantasmi della suggestione riconosce i
futuri pericoli e scopre agli altri le insidie di mali imminenti nel
momento della confessione dei loro pensieri, rendendoli avvertiti e
cauti quanto ai futuri pericoli. Questo è quel Giuseppe che emulano i
suoi, che venerano gli altri, che vendono gli Ebrei, che comprano gli
Egiziani perché più rapidamente vengono alla ragione, più facilmente
cedono all’altrui saggezza, riconoscendo le tenebre del loro errore, di
coloro che presumono della loro giustizia e della loro saggezza. Questo
è quel Giuseppe sposo della vergine, amante che non violò la castità,
poiché la discrezione custodisce e non corrompe l’interiore purezza.
Questo è quel fanciullo e quell’angelo che solo poté rimanere al beato
Giobbe in ogni sua persecuzione, che cercò subito di rinunziare alla
vendetta del male che gli era stato fatto, perché l’anima non conosce né
corregge il danno della virtù, se non per la discrezione. Quel fanciullo
non può perire con coloro che cadono; non può infatti la discrezione
venir meno o aumentare per il corrompersi delle cose o per
l’aggressività delle tentazioni. Infatti quanto più aspramente siamo
pressati dalla tentazione e quanto più siamo esercitati da frequenti