Page 60 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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Capitolo LXV
Dell’importanza fondamentale del timore
e degli altri affetti che ne derivano
Primo nei doni — dice — maggiore nel comando. Tra tutti i doni di Dio
che riguardano la salvezza degli uomini il primo ed il principale dono è
la buona volontà, per mezzo della quale rinasce in noi la somiglianza
divina. Qualunque cosa l’uomo faccia non può essere bene, se non
procede da una buona volontà. Qualunque cosa procede da una buona
volontà non può essere male. Senza buona volontà nessuno può salvarsi,
con la buona volontà, nessuno può perdersi. Oh dono mirabile! Oh
dono singolare! Questo è quel primo e fondamentale dono che è attri-
buito al primogenito Ruben, perché senza dubbio per il timore del
Signore la cattiva volontà diventa buona. Perché dunque primo nei doni
non è chi riceve il primo e fondamentale dono? Primo perché ogni bene
comincia dalla buona volontà, fondamentale perché non c’è nulla di più
utile per l’uomo della buona volontà: Primo nei doni, maggiore nel
comando. Chi può negare che questo Ruben che suole molto spesso
comandare agli altri suoi fratelli, sia più grande degli altri nel comando?
Davanti a lui Levi ha ceduto, perché la speranza cade davanti al timore
che sopraggiunge e spesso Giuda si volge al suo comando. Si aggiunge
Zabulon, perché spesso la carità, davanti ad uno stringente timore, si
raffredda e sorge l’odio. Al suo cenno esce lo stesso Issachar ed entra
Simeone, perché quando sopraggiunge il timore spesso la gioia esce ed
entra il dolore. Abbiamo visto in che modo Ruben è solito comandare
anche ai suoi fratelli; vediamo ora in che modo estende il suo comando
più ampiamente degli altri. Certo diverse sono le cose che amiamo da
quelle che odiamo, ma solitamente proviamo timore per le une e le altre
perché temiamo di perdere queste e di incorrere in quelle. Giuda e
Zabulon dividono dunque il regno tra loro, ma Ruben si estende su tutto
perché il vero amore è solo verso il bene, il vero odio solo verso il male,
ma il timore si dilata all’uno e all’altro. Zabulon dà al fratello suo
Simeone una parte della sua parte di comando. Certo proviamo dolore
delle avversità, ma non di tutte, perché non le affrontiamo tutte. Levi
che è minore di Giuda nel comando, è molto maggiore di Issachar.
Infatti sono più numerose le cose che dobbiamo amare, di quelle che
osiamo sperare. Ma è certo, cionondimeno, che è più ampio il campo in
cui si può sperare, di quello in cui si può godere, perché sono poche le
cose che abbiamo e di cui godiamo rispetto a quelle che speriamo di