Page 59 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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venerazione e ricordarti solo di quelli che avresti dovuto dimenticare.
                  Ne  viene  che  sovente  la  mente  che  prima  era  solita  figurarsi  in  ogni
                  momento per mezzo dell’immaginazione i mali o i beni futuri, non può
                  più, in seguito, vinta da un eccessivo timore, escludere dal segreto del
                  cuore nemmeno un po’ delle preoccupazioni mondane che l’assalgono.
                  Poiché dunque spesso l’immaginazione per un timore eccessivo viene
                  trascinata  a  peregrinare  impudentemente  tra  diversi  pensieri,
                  giustamente disse a Ruben il padre, rimproverandolo della corruzione
                  di  Bala:  Sei  traboccato  come  acqua,  non  crescere,  poiché,  salito  sul
                  letto del padre tuo, lo contaminasti (Gn. 49,4).


                                             Capitolo LXIV

                        Della forza e dell’efficacia del timore senza il quale non
                          abbandoniamo il male e non iniziamo le opere buone

                  Ma per dire qualcosa più apertamente di questo affetto, osserviamo che
                  esso sembra avere una efficacia maggiore di quella degli altri quanto a
                  promuovere o impedire  il bene o il male.  La mente tolta via dal  suo
                  stato  di  perfezione  non  può  in  alcun  modo  essere  risanata  senza  il
                  timore. Chi  c’è infatti  che possa liberarsi anche da un peccato  molto
                  piccolo  senza  il  timore?  Senza  il  timore  non  abbandoneremo  mai  il
                  male né certo cominceremo a fare il bene. A ben intendere, di ciò parlò
                  Giacobbe quando disse: Ruben, mio primogenito, tu sei la mia forza, il
                  principio  del  mio  dolore,  primo  nei  doni,  maggiore  nel  potere  (Gn.
                  49,3). Questo disse là dove aggiunse poi: Hai traboccato come acqua,
                  non crescere.  In che senso questo Ruben sia il primogenito, o in che
                  modo sia il principio del dolore risulta abbastanza chiaramente. È credo
                  da quello che si è detto sopra; in che modo egli sia la forza e tutto ciò
                  che di lui si dice, può essere facilmente mostrato: Tu, dice, sei la mia
                  forza. Chi mai ha vinto nel combattimento nel quale il desiderio dello
                  spirito è contrario alla carne e quello della carne è contrario allo spirito?
                  Chi  mai,  dico,  ha  vinto  il  numeroso  esercito  dei  suoi  desideri  se  ha
                  combattuto senza il timore? Ruben è il primogenito perché dal timore
                  del Signore ogni cosa comincia, ed egli è la forza perché per mezzo del
                  timore  del  Signore  si  rafforza  contro  la  sua  concupiscenza,  ed  è  il
                  principio del dolore, perché un dolore assai fecondo s’accompagna al
                  timore del  Signore. Perché il dolore dell’animo  sia utile, deve essere
                  preceduto dal timore del Signore.
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