Page 56 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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Ma ti meravigli forse che abbiamo riprovato il pudore umano, perché
                  abbiamo  detto  che  esso  riguarda  Dina  dove  per  Dina  dobbiamo
                  intendere soltanto la ben ordinata verecondia. Ma altro e che gli uomini
                  arrossiscano  per  se  stessi,  altro  è  che  arrossiscano  in  nome  di  Dio:
                  Risplenda la luce vostra — dice la Scrittura — in modo che vedano le
                  vostre opere buone e sia glorificato il Padre vostro che è nei cieli (Mt.
                  5,16).  È  bene  dunque  arrossire  dell’infamia,  non  tanto  per  la  nostra
                  gloria, ma per la gloria di Dio. Questo forse significa l’uscire di Dina:
                  arrossire dell’infamia degli uomini per Dio. Infatti senza dubbio Dina è
                  dentro quando la nostra coscienza si vergogna davanti a Dio anche dei
                  suoi segreti pensieri. Quando gli uomini arrossiscono dunque davanti a
                  Dio, mostrano una buona coscienza e non c’è dubbio che tale coscienza
                  è caratteristica di Dina. Tale pudore è ordinato e per certo aspetto può
                  essere detto umano; ma è valido se non è eccessivo. Certo se Dina fosse
                  stata  ancora  piccola  o  avesse  mantenuto  il  segreto  della  sua  intimità,
                  non  sarebbe  incorsa  nella  macchia  della  corruzione  e  non  sarebbe
                  esistita la causa di tanto male.


                                              Capitolo LX


                        Il numero degli affetti principali in una ordinata sintesi

                  Questa è Dina che nasce dopo Issachar e Zabulon, lei che, dopo aver
                  gustato la gioia della dolcezza interiore e dopo un sincero odio dei vizi,
                  tanto più  sinceramente  e fortemente si  vergogna della sua debolezza.
                  Per  Issachar  infatti  intendiamo  la  gioia  della  coscienza,  per  Zabulon
                  l’odio della malizia, per Dina la bellezza del pudore: e sono questi i tre
                  figli ultimi di Lia. Se li sommiamo ai quattro di cui si è detto sopra,
                  troviamo  che  sono  sette.  Abbiamo  già  detto  che  gli  affetti  principali
                  sono  sette  e  che  se  in  noi  li  ordiniamo  li  trasformiamo  in  virtù.  Per
                  primo dunque ordiniamo il timore, poi il dolore, quindi la speranza e
                  l’amore,  in  seguito  la  letizia  e  l’ira  e,  alla  fine,  il  pudore.  Dunque  il
                  fatto che Giacobbe abbia generato da Lia tali figli non significa altro se
                  non  che  l’anima  ha  generato  una  degna  prole  di  virtù,  ordinando  gli
                  impulsi  dei  suoi  affetti.  Per  Ruben,  primogenito  di  Giacobbe,
                  intendiamo  un  ordinato  timore;  per  Simeone  un  ordinato  dolore;  per
                  Levi  e  per  Giuda  una  ordinata  speranza  ed  un  ordinato  amore;  per
                  Issachar una ordinata gioia, per Zabulon una ordinata ira, per Dina un
                  ordinato pudore.
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