Page 57 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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Capitolo LXI

                   Gli affetti ordinati sono veramente buoni, se sono anche moderati

                  Bisogna  sapere  che  questi  affetti  vengono  giustamente  stimati  buoni,
                  quando non solo sono ordinati, ma sono anche moderati. Spesso infatti,
                  quando oltrepassano la misura della discrezione, non sono più virtù. Ma
                  mostreremo meglio quanto abbiamo detto, con un esempio attinto dal
                  primogenito  dei  fratelli.  Certo  se  il  timore  senza  limite  non  fosse
                  pericoloso, Giacobbe non avrebbe detto a Ruben: Hai traboccato come
                  acqua,  non  crescere,  poiché  sei  salito  sul  letto  di  tuo  padre  e  lo
                  contaminasti (Gn. 49,4). Se per Ruben dobbiamo intendere un ordinato
                  timore, perché Giacobbe gli comanda di non crescere, se non perché è
                  male passare la misura dell’equità in qualsiasi sensato timore?


                                             Capitolo LXII

                               In quali modi si passa la misura dell’equità

                  In  due  modi  questo  figlio  scavalca  il  limite  dell’equità,  o  perché  si
                  volge  troppo  poco  a  qualcosa  di  particolare,  o  perché  si  perde  in
                  innumerevoli questioni anche inutili. Chi può negare che Giuda deve a
                  ragione aver timore dopo il delitto del tradimento? Ma chi non vede in
                  questo  come  sia  stato  soprattutto  esecrabile  che,  mentre  non  volle  o
                  piuttosto non poté conservare la misura nel suo timore, aumentò con la
                  disperazione  il  male  che  avrebbe  potuto  correggere,  adottando  una
                  soluzione finale peggiore della prima colpa? Ma quell’eccesso di timore
                  che si diffonde verso molte cose, assai facilmente inganna e talora si
                  insinua anche in uomini perfetti. Chi c’è dei prelati infatti che, ancorché
                  perfetto,  mentre  provvede  alle  necessità  della  sua  vita,  freni  le
                  preoccupazioni sue al punto da non temere qualche volta più del giusto
                  a  causa  delle  avversità?  Riguarda  dunque  Ruben  tale  grande  timore,
                  quando sorge non dall’amore del mondo, ma dall’amore del prossimo.
                  Ma chi potrebbe esaurire la contraddittoria casistica e gli avvenimenti
                  per  i  quali  la  debolezza  di  chi  gli  è  soggetto,  se  non  proprio  la
                  debolezza sua, lo costringe a temere? E chi non vede quanto sia difficile,
                  anzi come sia quasi impossibile, non oltrepassare mai i termini di un
                  giusto timore? Accade spesso da ciò che, quanto più uno è prudente,
                  tanto più lo si trova preoccupato, e con quanta maggior attenzione uno
                  osserva la problematica dei pericoli incombenti, tanto più è costretto a
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