Page 64 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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pericoli tanto più siamo perfettamente ammaestrati intorno alla
discrezione e spesso il danno delle altre virtù diventa un guadagno per
la discrezione. Giuseppe infatti non solo sa crescere con coloro che
crescono e migliorare con coloro che migliorano, ma anche tendere alla
perfezione, dopo la caduta dei fratelli, e guadagnare in saggezza dal
danno degli altri. Un tale figlio viene per questo chiamato Giuseppe,
Giuseppe significa aumento. Per questo di lui si dice nella Scrittura per
mezzo di suo padre: Un figlio che cresce, Giuseppe, un figlio che
cresce bello nell’aspetto (Gn. 49,22). Viene chiamato giustamente
aumento e figlio che cresce colui che sempre aumenta, e la cui crescita
non cessa fino alla fine.
Capitolo LXIX
Quanto sia utile, anzi quanto sia difficile
seguire perfettamente la discrezione
Quale sia l’eccellenza di questa virtù lo testimoniano gli stessi sogni di
Giuseppe e le parole di suo padre, là dove si legge: Non ti adoreremo
forse sulla terra, io e tua madre e i tuoi fratelli? (Gn. 37,10). Il padre e
la madre e i fratelli adorano questo Giuseppe perché per spontanea
volontà o per necessità talvolta ubbidiscono alla discrezione. Per mezzo
della discrezione, che è quasi il sole del mondo interiore e l’occhio del
cuore, viene orientata l’intenzione della mente; per mezzo della
discrezione si fa più acuta la finezza della ragione; per mezzo della
discrezione si rettifica tutta la famiglia delle virtù, e qualsiasi virtù, che
non voglia accomodarsi al suo consiglio e non le si sottometta, assai
presto perde il nome di virtù. È Giuseppe che non ha trascurato l’errore
dei fratelli, che ha ripreso i loro messi. Quando c’è lui, non si può
presumere in nulla al di là delle proprie forze; quand’è presente non si
può trascurare nulla. In sua presenza non si può deviare né a destra né a
sinistra e non si può fare nulla in modo tardo o precipitoso, né
presumere di nulla avanti il luogo opportuno, né lasciar cadere la buona
occasione. Ne viene quella grave e quasi implacabile discordia tra lui e
i suoi fratelli della quale parla la Scrittura, quando dice apertamente che
i suoi fratelli lo odiavano e non potevano parlargli nella pace. Gli
ammonimenti di Giuseppe sono per loro molto gravi, i comandi sono
duri, i suoi consigli molto gravosi. Cosa c’è infatti di più duro e difficile
che non trascurare nulla, e non turbare la misura in nulla di ciò che si fa,
e non confondere l’ordine e non passare mai i limiti opportuni? Credimi,