Page 37 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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desiderato la terra che vide, per la quale sopportò ogni grande fatica con
fermezza. Aveva certamente visto che per la bellezza di quella terra
tutte le nostre giustizie erano come i panni di una donna mestruata (Is.
64,6). Aveva visto nondimeno che le passioni di questo tempo non sono
degne della gloria futura, che si rivelerà in noi (Rom. 8,18). Da un lato
dunque diventato vile a se stesso, dall’altro forte; da uno reso umile,
dall’altro rinvigorito, piegò volentieri ad ogni fatica le spalle della sua
forza, e nell’acquistare la gloria divina non sua, in verità diede al Re un
degno tributo. Ecco come in tale modo si umiliava, e nondimeno
prendeva forza per ogni fatica; così si legge: Si è fatto come giumento
presso di te (Sal. 72,23). E ancora: Per te tutto il giorno ci mortifi-
chiamo (Sal. 43,22). Ecco quanto divenne dappoco, ecco quanto
divenne forte: dappoco come un giumento, forte per mortificarsi.
Issachar asino forte che abita entro il confine, vide che la pace è buona
e la terra eccellente. Pertanto un poco, non pienamente, aveva
abbandonato questa terra dei morti; un poco, non pienamente si era
accostato a quella terra dei vivi, colui che abita entro il confine. Poiché
era contento dei vili e miseri beni di questa vita, stava entro il confine
di questa misera terra. Poiché la mente trascendeva se stessa, egli
pregustava i beni della vita eterna, toccava la soglia di quella terra beata.
Issachar asino forte, che abita entro il confine, poiché non disprezzava
la necessità dei beni di questa vita, non abbandonava completamente
questa terra, perché della vita futura raggiungeva soltanto il limite
estremo. Non comprendeva del tutto quella e perciò abitava entro il
confine. Tollerava questa per necessità, desiderava quella per diletto, e
pertanto abitava entro il confine. Si dava da fare per abbandonare
questa completamente e non poteva; desiderava entrare completamente
in quella e non poteva. Fece pertanto ciò che poté, abitò entro il confine.
Ogni giorno si sforzava verso quella, ogni giorno scivolava indietro
verso questa, e in questo modo si tratteneva entro il confine. Issachar
asino forte, che abita entro il confine, vide che la pace è cosa buona e la
terra è cosa eccellente. Perché meravigliarsi del fatto che egli la vide,
egli che abitava al suo confine? Perché meravigliarsi, dico, del fatto che
egli la vide, che vistala la riconobbe, che conosciutala la desiderò? E
pertanto piegò le spalle a portare il peso e si asservì al tributo. Vide, è
scritto, che la pace è cosa buona. La pace dunque è qui, la buona pace.
Se infatti non fosse qui, egli qui non l’avrebbe vista. E se non fosse
buona, non avrebbe per essa piegato le spalle al giogo: Ma i mansueti
— dice il Profeta — erediteranno la terra, e si diletteranno in molta
pace (Sal. 36,11). Ecco di quale terra si tratta, la pace è qui, qui è la