Page 36 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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ancora sono sbattuti dalle passioni dei desideri carnali. Si legge:
Visitasti la terra e la inebriasti (Sal. 64,10). Quale credi sia il motivo
per cui si dice che il Signore inebriò la sola terra? perché non anche il
mare? Quando la mente, agitata da vari desideri, è ancora tormentata
dagli interessi mondani, non è condotta a quella gioia interna e non è
dissetata da quel torrente di gioia, né ancor meno ne è inebriata.
Sappiamo che il mare sempre fluttua, ma la terra sta ferma in eterno.
Così anche gli altri elementi sono sempre in moto, ed essendo ferma
solo la terra, non possono rimanere immobili.
Che cosa pertanto dalla terra dobbiamo apprendere, se non la fermezza
del cuore? Deve pertanto rafforzare gli sbandamenti del cuore e
raccogliere i desideri e gli affetti ad una unica vera gioia, chi desidera o
crede di doversi inebriare a quella coppa di vera sobrietà. Questa è
quella terra veramente beata, cioè la serena fermezza della mente,
quando la mente si raccoglie tutta in se stessa, e si volge fissamente al
solo desiderio di eternità. Questa è quella terra che la verità prometteva,
quando diceva: Beati i miti, poiché essi possederanno la terra (Mt. 5,4).
Questa è quella terra di cui il Salmista parlava e che prometteva: Abita
la terra e pascola nelle sue ricchezze. (Sal. 36,3). Questa è quella terra
che Issachar forte asino vide e desiderò, e del cui desiderio egli arden-
temente si infiammò. Issachar, asino forte che abita dentro il suo
recinto, vide quanto fosse buona la pace, quanto fosse eccellente la
terra, e piegò le spalle per portare il peso e divenne soggetto a tributo
(Gn. 49, 14-15).
Bisogna dunque che noi passiamo da una terra ad un’altra terra, dalla
terra altrui alla propria, dall’esilio alla patria, da una gente ad un’altra
gente, e da un regno ad un altro popolo, dalla terra dei morti alla terra
dei vivi, se vogliamo conoscere con l’esperienza’ la vera intima gioia.
Desideriamo quella terra che Issachar vide e desiderò. Se infatti non
l’avesse vista non l’avrebbe conosciuta; e se non l’avesse conosciuta
non l’avrebbe desiderata.
Capitolo XXXIX
La dolcezza interna rinvigorisce l’animo per cose grandi,
lo rende sensibile verso le cose umili
Per questa terra diventa asino forte, volentieri piega la sua spalla al
giogo e si sottomette al tributo. Molto si è disprezzato colui che si è
reputato asino, l’animale più vile rispetto a molti altri. Molto ha