Page 34 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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Pertanto, messi in fuga i nemici e rappacificati i cittadini, niente ormai
                  si oppone a che questa nostra città esperisca quale sia la pace di Dio
                  che sovrasta ogni modo di pensarla (Fil. 4,7); o quanto sia grande la
                  dolcezza che Dio riserva a chi lo ama (Sal. 30,20).
                  Perché  dunque  meravigliarsi  se  chi  ama  il  mondo  non  sa  la  grande
                  dolcezza che Dio riserva a chi lo ama? Chi infatti spera in beni falsi ed
                  ingannevoli, non può trovare quale sia il vero bene; di qui è detto: Chi
                  mostra a noi i beni? (Sal. 4,6). Infatti la manna é nascosta e, se non la si
                  gusta, è del tutto sconosciuta. È infatti tale dolcezza propria del cuore,
                  non della carne;  onde non può conoscerla chi  vive secondo la carne:
                  Hai dato letizia al mio cuore (Sal. 4,7). I piaceri corporali, come del
                  resto  lo  stesso  corpo,  possono  essere  visti  con  l’occhio  corporeo;  le
                  delizie del cuore, come del resto lo stesso cuore, gli occhi della carne
                  non  possono  vederle.  Per  questa  ragione  dunque  conosce  i  piaceri
                  spirituali solo colui che entra e rimane nell’intimo della sua interiorità.
                  Per cui è detto: Entra nella gioia del tuo Signore (Mt. 25,21). Questa è
                  pertanto  la  gioia  intima,  solo  per  chi  vive  secondo  lo  spirito;  questa
                  dolcezza intima è il figlio di  Lia, che nasce per quinto. Infatti, come
                  dicemmo prima, la gioia è uno dei principali affetti. Quando questi è
                  ordinato, può a buon diritto essere annoverato tra i figli di Giacobbe e
                  di Lia. Ora abbiamo veramente la gioia ordinata ed autentica, quando
                  godiamo dei veri beni spirituali. L’Apostolo volle animarci al desiderio
                  di tale prole quando disse: Godete sempre nel Signore, di nuovo vi dico,
                  godete (Fil. 4,4). E il Profeta: Rallegratevi in Dio ed esultate, o giusti, e
                  gloriatevi, o uomini retti di cuore (Sal. 31,11).
                  Per tale gioia Lia volentieri lasciò la mandragola, per poter avere tale
                  figlio.  Infatti  la mente,  che si  compiace nella lode degli uomini, non
                  sarà degna di aver esperienza della gioia dell’animo.
                  Pertanto  giustamente,  dopo  che  erano  nati  Gad  e  Aser,  Lia  generò
                  questo figlio, poiché la mente umana non attinge la vera gioia, se non
                  con l’astinenza e la pazienza. Pertanto occorre escludere non solo ogni
                  falso piacere, ma anche ogni vano turbamento, se si vuole godere della
                  verità. Chi si compiace di bassezze è assolutamente indegno della gioia
                  interiore; chi è turbato da vano timore, non può fruire della dolcezza
                  spirituale. La verità condanna il falso piacere; è detto infatti: Guai a voi
                  che  ora  ridete  (Lc.  6,25).  Estirpa  il  vano  turbamento,  quando  am-
                  monisce i suoi uditori dicendo: Non temete chi uccide il corpo, ma non
                  può uccidere anche l’anima (Mt. 10,28). Pertanto vinciamo l’uno con
                  l’astinenza, disprezziamo l’altro con la pazienza. Infatti attraverso Gad
                  è estirpato il falso piacere, attraverso Aser il vano turbamento. Ecco chi
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