Page 25 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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sono le cose in cui consiste il gaudio della beatitudine, essere privo di
                  ciò che non vuoi ed avere ciò che vuoi. Diciamo certamente felice chi
                  non soffre ciò che non vuole, e diciamo beato chi ha ciò che desidera.
                  Pertanto chi  per desiderio  delle cose celesti  odia i  piaceri della terra,
                  certamente  attraverso  l’astinenza  potrà  sconfiggere  dovunque  il  suo
                  nemico.  Giustamente  dunque  il  rigore  dell’astinenza  è  Gad,  cioè  la
                  felicità,  che  dovunque  vince  le  detestabili  blandizie  del  mondo.
                  Parimenti chi sceglie per amore di Dio l’afflizione del corpo, dove non
                  troverà  qualcosa  da  cui  possa  essere  afflitto?  Se  pertanto  si  crede  a
                  buon diritto beato colui che trova dovunque ciò che ama, giustamente è
                  beato il vigore della pazienza. Questo significa il nome di Aser, cioè
                  beato:  a  lui  viene  incontro  da  ogni  parte  ciò  che  desidera.  Ecco  due
                  amanti, l’uno di Dio, l’altro del mondo. Questi in nome di Dio sceglie il
                  tormento  del  corpo,  l’altro  desidera  la  temporale  pienezza  dei  beni.
                  Quello può certamente trovare dovunque ciò che ama in nome di Dio,
                  questo in nessun luogo può trovare la pienezza dei beni di cui ha sete.
                  Chi dei due e più beato? Parimenti ecco altri due dei quali uno odia le
                  avversità  del  mondo,  l’altro  invece  detesta  il  piacere  mondano.  Ma
                  dove quello potrà evitare il suo nemico, o. questo non potrà vincerlo?
                  Chi dei due è più felice? Beato, dice la Scrittura, chi non corse dietro il
                  denaro, né sperò nei tesori del mondo (Eccli. 31,8). E parimenti: Beato
                  l’uomo  che  sopporta  la  tentazione,  poiché,  se  sarà  stato  onesto,
                  riceverà la corona della vita (Gc. 1,12).
                  Questi sono Gad e Aser, dei quali il primo disprezza la gloria mondana,
                  l’altro per amore di Dio sopporta con gioia i dolori del mondo. Pertanto
                  bisogna  ben  notare  e  convincersi  pienamente  che  la  Sacra  Scrittura
                  volle  chiamare  la  fatica  dell’astinenza  non  privazione,  ma  felicità  e
                  decise  di  chiamare  non  misero,  ma  beato  il  rigore  della  pazienza.
                  Questo  poi  abbiamo  voluto  brevemente  ricordare,  perché  per  Gad
                  dobbiamo intendere non solo l’astinenza nel cibo e nelle bevande; anzi
                  per Gad ed Aser intendiamo l’astinenza da ogni superfluo piacere e la
                  pazienza  in  ogni  dolore  del  corpo,  in  tutto  ciò  insomma  che  porta
                  piacere o dolore alla carne per mezzo dei cinque sensi.


                                            Capitolo XXVII

                   Se non freniamo la dispersione dell’immaginazione, non possiamo
                                     moderare l’istinto della carne

                  Quando Lia dava al suo uomo la sua serva o adottava tali figli, non era
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