Page 21 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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cacciare  il  pensiero  ingannatore  con  un’altra  considerazione  ed
                  estinguere  le  tentazioni  cattive  con  il  ricordo  dei  tormenti.  Oramai  è
                  possibile vedere quanto rettamente questo figlio sia chiamato Dan, cioè
                  giudizio. Di lui resta solo il dubbio se debba giudicare il suo popolo
                  egli solo, sì che gli altri non abbiano nulla da giudicare.


                                             Capitolo XXII

                               La seconda speculazione e le sue proprietà

                  Come  è  compito  di  Dan  esprimere  i  giudizi  che  sorgono  per  la
                  rappresentazione della perla, così riguarda Neftali infiammare i desideri
                  buoni per mezzo della considerazione dei premi futuri.
                  Infatti Neftali accende l’animo nostro al desiderio di quei beni, tutte le
                  volte  che  ne  presenta  davanti  agli  occhi  della  mente  l’immagine;
                  tuttavia  suole  fare  ciò  in  due  modi.  Si  serve  infatti  talora  della
                  traslazione,  talora  della  comparazione.  Della  comparazione  quando
                  indica  la  gioia  della  vita  futura,  riferendosi  alla  moltitudine  dei  beni
                  presenti, alla loro grandezza e alla loro moltitudine.
                  Ad esempio, vista spesso quale sia la luminosità del sole, cioè di una
                  luce corporea, considera quanto grande sarà la luce spirituale, se è tanto
                  grande e così meravigliosa quella corporale.
                  Quanto  grande  sarà  infatti  quella  luce  che  sarà  comune  a  noi  e  agli
                  angeli, se è così grande questa che abbiamo in comune con le bestie!
                  Quale sarà quella luce futura dei beati, se tale è questa presente luce dei
                  miseri! Inoltre egli addita la moltitudine dei beni invisibili sulla base
                  della moltitudine dei beni visibili. Quanti crediamo che essi siano? Ma
                  chi può contarli? Quante sono le cose piacevoli agli occhi, alle orecchie
                  e agli altri sensi? Quanti sono i colori, quanti gli odori, quanti i sapori?
                  Se  dunque  sono  tante  le  delizie  corporee,  quante  saranno  le  delizie
                  spirituali?  Se  possediamo  tante  cose  in  questo  tempo,  quante  mai  ne
                  avremo  nell’eternità?  In  questo  modo  dunque  egli  usa  della
                  comparazione. Usa della traslazione, quando trasferisce la descrizione
                  delle cose visibili al significato delle cose invisibili. Ad esempio, nota
                  che nelle Scritture si parla della luce, così come è scritto di Dio: Colui
                  che abita la luce inaccessibile (1 Tim. 6,16). Cerca dunque quale sia
                  questa  luce  incorporea  che  abita  la  natura  invisibile  ed  incorporea  di
                  Dio, e trova che questa luce è la stessa sapienza di Dio, poiché è luce
                  vera. Come infatti questa luce esteriore illumina gli occhi dei corpi, così
                  quella illumina gli occhi dei cuori. Ecco in che modo Neftali assurge,
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