Page 19 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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infatti immaginare qualcosa di falso riguardo i beni futuri ed invisibili
per mezzo dell’intelligenza spirituale, benché sia senza colpa
considerare, per mezzo dell’immaginazione, i tormenti dell’inferno,
sebbene siano diversi rispetto a quello che immaginano. Infatti in
questa vita chi può comprendere del tutto come essi sono? Tuttavia
ognuno scrive immaginosamente secondo l’arbitrio della sua mente,
non come quelli sono, ma quali egli sa immaginarli. Forse per questo
tale figlio è chiamato Dan, cioè giudizio, perché in questa
rappresentazione non ha la testimonianza dell’esperienza, ma segue
l’arbitrio della sua descrizione. Infatti, poiché Dan forma la
rappresentazione delle cose future nella mente di ciascuno sulla base
del proprio giudizio, a ragione qualcuno chiama in giudizio Dan,
artefice di tali descrizioni.
Capitolo XX
La funzione della prima speculazione
Altra tuttavia è la ragione di questo nome che forse quanto più sottile
essa è, tanto più essa e utile. Infatti gli uomini santi, tutte le volte che si
sentono presi da turpi pensieri e spinti ad illeciti piaceri, sono soliti, nel
momento della tentazione, porre davanti agli occhi della mente i futuri
tormenti, e sono soliti in tal modo estinguere tutto ciò che di illecito la
mente suggerisce. In questo modo, immediatamente colpiti dal pensiero
della pena, condannano gli allettamenti della colpa. Poiché dunque per
mezzo di Dan intendiamo manifestamente, condanniamo, freniamo i
turpi pensieri, a ragione lo chiamiamo Dan, cioè giudizio. Ma non
parliamo soltanto di turpi pensieri, giacché gli uomini perfetti
aborriscono i pensieri vani ed inutili per ciò che sta scritto: Guai a voi
che pensate cose inutili (Mic. 2, 1). E sta scritto anche: Lo Spirito Santo
della disciplina fuggirà ciò che è fittizio e si sottrarrà a pensieri che
sono senza intelligenza (Sap. 1, 5). Che sarà dunque di ciò che noi
sentiamo non senza un affetto illecito, quando lo Spirito Santo si sottrae
anche da ciò che è senza intelligenza? Spesso accade che, disposti
nell’orazione, noi tolleriamo certe fantasie che molto inopportunamente
entrano nel cuore. Dobbiamo forse trascurarle senza il nostro biasimo?
Non conviene forse che noi, come si è detto, ne prendiamo piena
coscienza e reprimiamo la tentazione con la rappresentazione della pena
e la castighiamo con retti pensieri? Infatti è scritto: Dan giudicherà il
suo popolo come un’altra tribù in Israele (Gn. 49, 16). Certo ai figli di