Page 22 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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per mezzo delle qualità delle cose visibili, alla conoscenza delle cose
invisibili. Si comprende dunque perché secondo l’una e l’altra
interpretazione Neftali sia chiamato così. Neftali infatti significa
comparazione e conversione. Infatti è solito convertire ogni conoscenza
di cose visibili al significato spirituale. Poiché dunque egli converte alla
spirituale intelligenza tutto ciò che trova scritto, giustamente ha preso
nome di conversione. Inoltre, poiché assiduatamente egli usa della
comparazione, a ragione viene chiamato Neftali, cioè comparazione.
Capitolo XXIII
Ciò che è proprio, anzi caratteristico della seconda speculazione
Bisogna poi sapere che quel genere di contemplazione che è nella pura
intelligenza e in tale speculazione, che è indicata per mezzo di Neftali,
risulta essere quanto più acuta tanto più valida.
Ha infatti tale speculazione qualcosa di singolare e veramente notevole.
È infatti più facile da intendere e più dolce da ascoltare per le menti
rozze e poco esercitate.
Tale speculazione è infatti più facile per colui che medita e più
dolcemente viene intesa. È più semplice e più dolce nella predicazione.
Dice Giacobbe di Neftali: Neftali, libero cervo, dalle dolci parole (Gn.
49, 21). È detto infatti cervo per la sua agilità nella corsa, libero per il
suo desiderio di correre. Il cervo è un animale veloce che può molto
correre, che desidera molto correre e che è libero. A ragione dunque
Neftali è chiamato cervo libero, poiché può percorrere ampi spazi per la
grazia della contemplazione e gli piace percorrerli per la dolcezza della
contemplazione. In tale velocità Neftali solleva l’anima, a ciò molto
esercitata, fino alle superiori altezze ed ora la fa scendere fino al basso,
ora la rapisce con innumerevoli cose, così che l’anima per il magnifico
magistero ammira quanto giustamente Neftali sia chiamato cervo libero.
Bisogna poi notare come giustamente sia paragonato, non ad un uccello
del cielo, ma ad un cervo che corre: infatti l’uccello, volando, si
allontana molto dalla terra, ma il cervo, nei suoi salti, si appoggia alla
terra e non se ne allontana troppo. Così non è meraviglia che Neftali,
mentre ricerca per mezzo della forma delle cose visibili la natura delle
cose invisibili, compia dei salti, ma non possa giungere ad un volo
pieno, perché nel momento stesso in cui si solleva verso l’alto, non
lascia di trarre con sé ombre delle cose corporee.