Page 17 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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specie. Infatti il genere sommandosi alla differenza genera la specie, al
                  modo  in  cui  l’unione  dell’uomo  feconda  la  donna  e  la  fa  generare.
                  Spesso indichiamo con un solo termine lo strumento e la sua azione:
                  infatti chiamiamo , sempre vista ciò che vediamo e ciò con cui vediamo.
                  Altrettanto quando si dice ragione, o volontà, o intelletto, ora si intende
                  lo  strumento,  ora  la  sua  azione.  E  sappiamo  poi  che  lo  strumento  è
                  sempre precedente la sua azione e che può essere senza questa. Dunque
                  l’azione ha l’essere dallo strumento, non lo strumento dall’azione. Per
                  cui  non  è  sconveniente  intendere  per  lo  strumento  la  madre  e  per
                  l’azione il figlio. L’immaginazione dunque, quando indica lo strumento,
                  è  quella  forza  dell’anima  per  la  quale  può  immaginare  tutto  ciò  che
                  vuole.  Quando  la  mente  usa  di  questo  strumento  per  immaginare
                  qualcosa,  senza  dubbio  si  crea  una  azione,  che,  in  modo  analogo,  è
                  detta immaginazione. Ho voluto brevemente notare tutto ciò ma non è
                  necessario un ulteriore indugio. Ed ora torniamo al nostro discorso.


                                             Capitolo XVIII

                           I due diversi caratteri della speculazione che sorge
                                           dall’immaginazione

                  Abbiamo  detto  che  solo  l’immaginazione  razionale  sembra  essere
                  propria di Rachele e che quella non razionale non sembra affatto degna
                  della  sua  adozione.  Ma  l’immaginazione  razionale  può  essere  di  due
                  tipi: altra è quella che è condizionata dalla ragione, altra è quella che è
                  mista  alla  intelligenza.  Usiamo  infatti  della  prima  quando  pensiamo
                  secondo la forma conosciuta delle cose visibili qualcos’altro di visibile,
                  e non ci riferiamo, in base a ciò, a nulla di invisibile. Usiamo invero
                  della seconda quando ci sforziamo di ascendere alla conoscenza delle
                  cose invisibili per mezzo della forma delle cose visibili.
                  La prima è immaginazione non priva di ragione; la seconda è ragione
                  non priva di immaginazione. Questi sono i due figli di Bala, dei quali il
                  primogenito  è  chiamato  Dan,  il  secondo  Neftali.  A  Dan  dunque
                  riguarda particolarmente la considerazione dei mali futuri; a Neftali la
                  speculazione dei beni futuri.
                  Dan non conosce nulla se non cose corporali; tuttavia egli indaga ciò
                  che è molto lontano dal senso corporeo. Neftali, per mezzo della forma
                  delle  cose  sensibili,  assurge  all’intelligenza  delle  cose  invisibili.  Non
                  c’è  dubbio  che  i  tormenti  infernali  sono  lontani  dal  senso  corporeo,
                  perché non possiamo  vedere dove e quali essi siano; tuttavia noi  per
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