Page 13 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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diremo  qualcosa  della  confessione  del  crimine.  O  forse  che  Giuda
                  ignora questa, benché conosca così bene quella?
                  Io non credo sia così, perché riconosco che si volgono al molto onore di
                  Dio sia quella che questa. E so che colui che veramente ama, volentieri
                  fa qualsiasi cosa che riconosce essere per l’onore di Dio. Conferma la
                  bontà  di  Dio  non  solo  la  sua  larghezza  nei  doni,  ma  anche  la  nostra
                  malvagità.  Se  infatti  è  grande  cosa  donare  molto  e  gratuitamente  per
                  coloro  che  non  meritano  nulla,  quale  e  quanto  grande  cosa  sarà  dare
                  bene a chi merita male? O quale pietà, che nessuna nostra empietà può
                  superare!  Alcune  sono  le  cose  che  con  misericordia  perdona,  altre
                  quelle che con larghezza dà. Perdona i nostri peccati, elargisce i suoi
                  beni. È sempre sollecito nel perdonare, è sempre pronto ad elargire. In
                  questo è pio, in quello è generoso; nell’uno e nell’altro caso benigno,
                  dovunque  buono.  Confessiamo  dunque  a  lui  il  nostro  male,
                  riconosciamo a lui il nostro bene. Ammettiamo che il nostro male viene
                  da  noi,  affinché  piamente  perdoni;  ammettiamo  che  viene  da  lui  il
                  nostro bene, affinché lo conservi e lo aumenti.
                  Questo Giuda incessantemente compie per non apparire ingrato, circa i
                  peccati rimessi, o le grazie concesse. A buon diritto dunque, io credo,
                  questo figlio è chiamato Giuda, cioè confessore, perché il vero amore è
                  sempre veridico testimone.  Infine poiché è scritto:  Dio è luce  (1 Gv.
                  1,5), non può amare Dio chiunque si vergogni di testimoniare la verità:
                  Il  giusto,  scrive  la  Scrittura,  è  il  primo  ad  accusare  se  stesso  (Prov
                  18,17).  Sa  dunque  cosa  fare  chi  crede  di  essere  o  desidera  essere
                  amatore  di  Dio,  se  per  caso  non  creda  che  amare  Dio  sia  altro  che
                  amare la giustizia di Dio. Ecco già abbiamo parlato dei quattro figli di
                  Lia. Il primo il timore della pena, il secondo il dolore della penitenza, il
                  terzo  la  speranza  del  perdono,  il  quarto  l’amore  della  giustizia;  dopo
                  questi figli, essa non genera più. Stima infatti che possa bastarle quando
                  pensa di amare veracemente delle cose veramente buone.


                                              Capitolo XIII

                           La mente per mezzo dell’amore delle cose invisibili
                               è sollecitata alla ricerca delle cose invisibili

                  Ma cosa credi che ci sia nel cuore di Rachele, da quali ardenti desideri
                  credi che sia scossa quando vede sua sorella Lia madre lieta di figli e se
                  stessa  rimanere  sterile?  Sentiamo  cosa  dice  ed  intendiamo  di  che  si
                  duole.  Cosa  dunque  dice  a  Giacobbe  suo  marito?  Dammi  dei  figli,
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