Page 11 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
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Ma, chiedo, che consolazione può esserci per chi veramente si pente é
piange amaramente, se non la sala speranza del perdono?
Questo è il terzo dei figli di Giacobbe, cioè Levi, che significa aggiunto,
poiché è aggiunto agli altri due dati prima. Il linguaggio divino chiama
questo figlio non dato, ma aggiunto, affinché nessuno prima del timore
e del degno dolore della penitenza pregusti la speranza del perdono. Chi
infatti dopo aver delittuosamente agito, senza discolpa con sicurezza si
lusinga, non tanto é innalzato dalla speranza, quanto piuttosto è
schiacciato dalla presunzione.
Con tale nome pertanto la Scrittura divina volle renderci certi che
evidentemente questo figlio né possiamo averlo prima degli altri due,
né questo terzo può mancare dopo i due precedenti. E fuor di alcun
dubbio che, quanto più frequentemente e profondamente qualcuno
dentro l’animo si addolora della sua colpa, con tanta maggior certezza e
sicurezza ottiene il perdono dell’indulgenza: Se molti erano gli affanni,
le consolazioni dei miei dolori nel mio cuore rallegravano l’anima mia
(Sal. 93, 19). Di qui viene che lo Spirito Santo è chiamato Paraclito,
cioè consolatore, poiché consola con amorevole sollecitudine l’anima
afflitta. E infatti con frequenza la visita, la conforta, e la riconduce
pienamente alla fiducia del perdono, anche se erra, se soltanto piange e
condanna il suo peccato.
Capitolo XI
Quando ha origine e come viene ordinato l’amore
Da questo momento comincia ad esserci tra Dio e l’anima una certa
familiarità e a cementarsi un vincolo di amicizia, perché essa si sente
più spesso visitata da lui, ed è consolata dalla sua venuta non solo per
un attimo, anzi alcune volte si riempie di una gioia ineffabile. Lia, se
non sbaglio, aveva presagito questo vincolo di amicizia, quando,
essendo già nato Levi, esclamava con grande esultanza: Ora il mio
uomo si unirà a me (Gn. 29, 34).
Il vero sposo dell’anima è Dio, che ora in spirito di verità uniamo a noi,
quando siamo uniti a lui con vero amore. Anzi in verità ora egli ci
unisce a sé, quando ci accende al suo amore più intimamente, e più
fortemente ci stringe. Quale errore infatti è così duro, che il divino
amore non addolcisca con la sua presenza, e con la sua dolcezza non
attiri a sé? Per questo l’anima incomincia ad amare ardentemente colui
che prima era solita temere molto. Vedi già, credo, in che modo, dopo