Page 7 - La preparazione dell’anima alla Contemplazione
P. 7

Capitolo V

                          Come l’immaginazione sia al servizio della ragione,
                                        la sensibilità dell’affetto

                  Entrambe hanno una propria ancella. L’affetto, la sensibilità; la ragione,
                  l’immaginazione.     La    sensibilità   si   conforma     all’affetto,
                  l’immaginazione è al servizio della ragione.
                  Ogni ancella è necessaria alla sua signora, che senza di esse non può
                  nulla. Infatti senza l’immaginazione la ragione non sa nulla; senza la
                  sensibilità  l’affetto  non  avvertirebbe  nulla.  Così  infatti  Lia  è  tanto
                  fortemente  presa  dall’amore  delle  cose  transeunti,  proprio  perché  in
                  esse si compiace in vario modo per l’ossequio della sua ancella, cioè
                  della  sensibilità:  inoltre  poiché  è  scritto:  I  segreti  invisibili  di  Dio
                  possono essere intesi dalla creatura del mondo per mezzo del creato
                  (Rom. 1, 20), si intende manifestamente che la ragione non salirebbe
                  mai  alla  conoscenza  delle  cose  invisibili  se  la  sua  ancella,  cioè
                  l’immaginazione, non rappresentasse la forma delle cose visibili. Infatti
                  attraverso le cose visibili si eleva alla conoscenza delle cose invisibili
                  tutte le volte che coglie una certa somiglianza tra le une e le altre. Ma è
                  noto  che  senza  l’immaginazione  non  avrebbe  conoscenza  delle  cose
                  corporali,  senza  la  conoscenza  delle  quali  non  salirebbe  alla
                  contemplazione della realtà celeste. Infatti solo il senso della carne vede
                  le cose visibili, e solo l’occhio del cuore vede le cose invisibili.
                  Dunque il senso della carne è esteriore, ed il senso del cuore è del tutto
                  interiore.  La  ragione  non  può  uscir  fuori,  il  senso  corporeo  non  può
                  entrare in essa. Infatti non conveniva che una figlia delicata, e tenera, e
                  singolarmente bella uscisse per le piazze, ma nemmeno conveniva che
                  il  servo  facesse  irriverente  irruzione  nelle  segrete  stanze  della  sua
                  signora. L’immaginazione, in quanto serva, si muove tra la padrona e il
                  servo, tra la ragione e il senso; e qualunque cosa oda da fuori attraverso
                  il senso della carne, lo rappresenta dentro servendo la ragione. Sempre
                  dunque l’immaginazione serve la ragione e non si sottrae nemmeno per
                  un momento al suo servizio. Infatti anche quando manca il senso, essa
                  non cessa il suo servizio. Infatti posto nelle tenebre, non vedo nulla, ma
                  posso immaginare colà qualsiasi cosa, se lo voglio. Così sempre e in
                  ogni  cosa  l’immaginazione  è  pronta,  ed  in  ogni  occasione  la  ragione
                  può  valersi  del  suo  servizio.  Ed  anche  la  sensibilità  dal  canto  suo  si
                  affanna ed è sollecita nel suo compito molteplice ed anch’essa sempre e
                  dovunque è pronta al servizio della sua padrona Lia. È lei che le offre il
   2   3   4   5   6   7   8   9   10   11   12