Page 9 - La nube della non conoscenza
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Presta dunque attenzione a questo meraviglioso lavoro della grazia nella tua
anima. Per chi lo capisce bene, non è altro che un impulso improvviso che sorge
senza alcun preavviso e punta direttamente a Dio come una scintilla che si
sprigiona dal fuoco. È incredibile il numero degli impulsi che sorgono nel breve
spazio di un’ora nell’anima di chi è disposto a fare questo lavoro. E tuttavia
basta una sola di queste fiammate per dimenticare completamente, e all’istante,
il mondo esterno. Ma subito dopo ogni impulso, l’anima può ricadere, a causa
della corruzione della carne, nei pensieri precedenti e nel ricordo delle cose
fatte e non fatte. Ma non è finita ancora: in un batter d’occhio può riaccendersi
di nuovo come prima.
Questo è, in breve, il procedimento del nostro lavoro. Come si vede, è ben
lontano da ogni visione ò falsa immaginazione o stranezza di pensiero. Tutto
ciò non sarebbe certo frutto di un nudo slancio d’amore umile e devoto, ma di
un’intelligenza orgogliosa, avida di sapere e ricca di immaginativa. E questo
spirito d’orgoglio e di curiosità va sempre soffocato e calpestato senza pietà: a
questo prezzo si può intendere il significato genuino della contemplazione.
Chiunque, avendone letto o sentito parlare, pensa che il lavoro contemplativo
consista in una attività mentale, e continua quindi a operare in questa direzione,
è completamente fuori strada.
Si inventa, infatti, un’esperienza che non è né materiale né spirituale, e corre il
rischio di prendere lucciole per lanterne. Chi cade in questo abbaglio è in così
grave pericolo, che se Dio nella sua grande bontà non interviene con un
miracolo di misericordia per farlo smettere di colpo e indurlo ad ascoltare i
consigli di contemplativi di grande esperienza, diventerà matto o comunque
soffrirà qualche altra terribile forma di male spirituale o qualche inganno
diabolico. In verità, può facilmente perdersi per sempre, anima e corpo. Quindi,
per amore di Dio, fa’ attenzione e non cercare in alcun modo di compiere
questo lavoro con le facoltà intellettuali, e tanto meno con l’immaginazione. Te
lo dico con tutta sincerità: non riusciresti a combinare un bel niente! Smettila,
dunque, di far uso delle tue facoltà.
Quando parlo di «oscurità» o di «nube» non pensare ch’io voglia intendere
quelle masse di vapori che vagano nel cielo o quell’oscurità che regna nella tua
casa di notte quando la candela è spenta. Questo: tipo di oscurità e di nube te li
puoi benissimo immaginare con gli occhi della tua mente anche nel più radioso
meriggio d’estate, così come nella più buia notte invernale puoi figurarti una
luce vivida e splendente. Non è certamente a questo che io faccio riferimento.
Per «Oscurità» io intendo una mancanza di conoscenza, proprio come una cosa
che non conosci o non ricordi è «oscura» per te, dal momento che non riesci a
vederla con l’occhio del tuo spirito. Per questo motivo la chiamo «nube della
non-conoscenza», e non nube del cielo: nube della non-conoscenza che si
frappone tra te e il tuo Dio.
CAPITOLO 5
Durante la contemplazione tutte le creature che ci sono
state, ci sono e ci saranno vanno ricacciate sotto la nube d’oblio