Page 11 - La nube della non conoscenza
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Perciò anche se è bene talvolta pensare in particolare alla bontà e alla perfezione
di Dio, e per quanto questo, possa rivelarsi illuminante e costituire una parte
della contemplazione stessa, tuttavia nel nostro lavoro tutto ciò deve essere
ricacciato in basso e ricoperto da una nube d’oblio. E tu devi camminarvi sopra
con vigore e con zelo, sotto la spinta di un devoto e gioioso slancio d’amore,
nell’intento di perforare quell’oscurità che ti sovrasta. Colpisci dunque questa
fitta nube della non-conoscenza con la freccia acuminata del desiderio d’amore
e non muoverti di lì, qualunque cosa capiti.
CAPITOLO 7
Come ci si deve comportare nei riguardi dei propri pensieri,
specie quelli che nascono dall’avidità di sapere e dall’intelligenza naturale
E se per caso sorge dentro di te qualche pensiero e viene a intromettersi tra te e
questa oscurità, ponendoti continuamente queste domande: «Cosa cerchi? E che
cosa vorresti avere?», allora devi rispondere che è Dio che vorresti possedere:
«È lui che desidero, lui che cerco, lui e nient’altro che lui».
E se quel pensiero dovesse chiederti: «Che cos’è questo Dio?», rispondigli che è
colui che ti ha creato e redento, e che per sua grazia ti ha chiamato al suo amore.
E di lui — continua pure — tu non sai assolutamente niente.
Digli dunque: «In basso, vattene giù in basso!», e non esitare a calpestarlo con
uno slancio d’amore, anche se può sembrarti un pensiero santo e inteso ad
aiutarti nella tua ricerca di Dio. Forse ti richiamerà alla mente aspetti
diversissimi della sua meravigliosa bontà, e riaffermerà che Dio è in sommo
grado dolcezza e amore, grazia e misericordia. Se ti metterai ad ascoltarlo,
ricordati che non chiede di meglio. Infatti, andrà avanti a chiacchierare sempre
più, e per finire ti ricondurrà, giù al pensiero della passione di Cristo. Lì ti
mostrerà la meravigliosa bontà di Dio, e se vi presterai attenzione, non farai
altro che il suo gioco. Subito dopo, infatti, ti farà vedere la tua misera vita
passata, e nel ripercorrerla può darsi che riesca a fermare la tua attenzione su
qualche posto in cui hai vissuto tanto tempo prima. Cosicché, senza nemmeno
rendertene conto, eccoti ricacciato non si sa dove, nella dispersione. E quale ne è
la causa? Il semplice fatto che dapprima hai prestato ascolto di buon grado a
quel pensiero, poi gli hai risposto, l’hai accettato, e infine l’hai lasciato fare.
Ciò nonostante, quel pensiero era buono e santo, sì, così santo che,
paradossalmente, nessun uomo o donna può sperare di giungere alla
contemplazione senza una buona base di dolci meditazioni sulla propria
miseria, sulla passione di nostro Signore, sulla bontà di Dio, sulla sua
magnanimità e perfezione. Tuttavia, quando uno ha fatto queste meditazioni
per molto tempo, deve lasciarla e ricacciarle lontano sotto la nube d’oblio, se
vuol veramente sperare di perforare un giorno quella nube della non-
conoscenza che sta tra lui e Dio.
Perciò, quando senti che Dio ti chiama, per sua grazia, a questo lavoro e che tu
sei pronto a rispondervi, eleva il tuo cuore verso di lui con umile slancio
d’amore. E per Dio, intendi colui che ti ha creato e redento, e che ti ha chiamato