Page 10 - La nube della non conoscenza
P. 10

E se mai tu dovessi giungere in questa nube e restarvi a lavorare seguendo il
                  mio consiglio, allora, come questa nube della non-conoscenza è al di sopra di te,
                  tra  te  e  il  tuo  Dio,  allo  stesso  modo  devi  mettere  al  di  sotto  di  te  una  nube
                  d’oblio tra te e tutte le creature.
                  Forse vai pensando di essere troppo lontano da Dio per via di questa nube della
                  non-conoscenza  tra  te  e  il  tuo  Dio:  in  realtà  è  più  giusto  pensare  che  sei  più
                  lontano da lui quando non c’è nessuna nube d’oblio tra te e tutte le creature.
                  Ogni  volta  che  dico:  «tutte  le  creature»,  mi  riferisco  non  solo  alle  singole
                  creature in se stesse, ma anche a tutte le loro opere e alle loro caratteristiche.
                  Non faccio  eccezione  per nessuna  creatura, sia materiale che spirituale, e  per
                  nessuna caratteristica o opera di qualsivoglia creatura, sia essa buona o cattiva.
                  Insomma, ogni cosa va tenuta nascosta sotto questa nube d’oblio.
                  Infatti, sebbene sia sommamente utile pensare talvolta a certe caratteristiche e
                  azioni di talune creature particolari, in questo lavoro, tuttavia,  è di poca o di
                  nessuna  utilità.  L’atto  di  ricordare  o  pensare  a  quel  che  una  cosa  è  o  fa,
                  costituisce  una specie  di luce  spirituale: l’occhio della tua anima, infatti, vi si
                  concentra come l’occhio del tiratore è fisso sul bersaglio a cui mira. E una cosa
                  voglio dirti: tutto ciò a cui pensi, per tutto il tempo che ci pensi, se ne sta al di
                  sopra  di  te,  tra  te  e  il  tuo  Dio.  E  tanto  più  sei  lontano  da  Dio,  se  una  cosa
                  qualsiasi diversa da Dio occupa il tuo spirito.
                  Sì,  se  è  possibile  dirlo  senza  essere  irriverenti,  in  questo  lavoro  non  serve  a
                  niente o a ben poco pensare alla bontà o alla perfezione di Dio, o alla Madonna,
                  o ai santi e agli angeli in cielo, o ancora alle gioie celesti. Ti sbagli se pensi di
                  poter  nutrire  e  accrescere  il  tuo  proposito  con  simili  considerazioni:  credo
                  proprio  che  in  questo  caso  non  ti  saranno  di  alcun  aiuto.  Anche  se  è  bene
                  meditare sulla bontà di Dio, e amarlo e glorificarlo per questo, tuttavia è molto
                  meglio  pensare  al  suo  essere  puro  e  semplice,  e  amarlo  e  glorificarlo  per  se
                  stesso.

                                                     CAPITOLO 6
                        Breve considerazione sul lavoro dei libro, a partire da una domanda

                  Ma ora mi interroghi e dici:  «Come faccio a pensare a Dio in se stesso, e che
                  cos’è  Dio?».  In  verità  non  posso  risponderti  che  a  questo  modo:  «Non  ne  so
                  niente».
                  Con  questa  domanda  tu  mi  hai  proprio  buttato  in  quella  stessa  oscurità  e  in
                  quella stessa nube della non-conoscenza in cui vorrei che ti trovassi tu. Infatti,
                  di tutte le creature e delle loro opere — sì, certo, anche delle opere di Dio stesso
                  — un uomo può benissimo avere una piena conoscenza per mezzo della grazia
                  e su esse fare delle meditazioni; ma su Dio com’è in sestesso nessuno può fare
                  delle  meditazioni.  Per  questo  lascerò  da  parte  tutto  ciò  che  posso  pensare  e
                  sceglierò per il mio amore quella cosa che non posso pensare. Perché? Perché
                  Dio  lo  si  può  amare,  ma  non  pensare.  Solo  con  l’amore  lo  si  può  afferrare  e
                  trattenere, non certo con il pensiero.
   5   6   7   8   9   10   11   12   13   14   15