Page 7 - La nube della non conoscenza
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secondo la definizione degli stessi studiosi di astronomia, è la più piccola
frazione di tempo. È così piccolo che, per via della sua piccolezza, non lo si può
dividere ulteriormente, e quasi quasi non lo si può immaginare. È proprio
questo il tempo di cui è stato scritto: «di tutto il tempo che ti è dato, ti verrà
chiesto come l’hai speso». Ed è giustissimo che tu debba renderne conto. Questo
tempo non è né più lungo né più corto ma corrisponde esattamente a un
semplice impulso della tua volontà, che è la principale facoltà dell’anima in
ordine all’agire. Infatti, nello spazio di un’ora ci possono essere e ci sono tanti
impulsi o desideri della volontà, quanti sono gli atomi in quello stesso arco di
tempo.
Orbene, se la grazia dovesse rendere la tua anima come quella di Adamo prima
del peccato originale, tu saresti padrone, per via della stessa grazia, di tutti i
tuoi impulsi. Allora nessuno di questi andrebbe per conto suo, ma tutti
convergerebbero su Dio, somma di ogni desiderio e bene supremo. Egli scende
al nostro livello, adattando la sua divinità alla nostra capacità di comprensione.
D’altra parte, la nostra anima presenta qualche affinità con lui, dal momento
che siamo stati creati a sua immagine e somiglianza. E lui solo, e nient’altro che
lui, basta ad appagare in maniera piena e sovrabbondante la brama del nostro
cuore. E in virtù di questa grazia risanatrice, l’anima è resa capace di
comprenderlo pienamente attraverso l’amore. Dio resta incomprensibile a ogni
essere razionale, uomo o angelo che sia, almeno per quanto riguarda la
conoscenza intellettuale. Infatti con l’intelletto non lo si può conoscere, ma con
l’amore sì.
Tutti gli esseri razionali, uomini e angeli, possiedono dentro di sé, ciascuno per
proprio conto, due facoltà operative principali: la capacità di conoscere e quella
di amare. Dio, che le ha fatte entrambe, resta per sempre incomprensibile alla
prima facoltà, l’intelletto, mentre per la seconda, l’amore, è conoscibile appieno,
anche se in maniera diversa a seconda dei singoli individui. Capita così che una
semplice anima ricca d’amore riesce da sola, in virtù di questo stesso amore, a
comprendere dentro di sé colui che basta ad appagare in maniera
incomprensibile e sovrabbondante tutte le anime e gli angeli che ci possono
essere. Questo è il meraviglioso miracolo dell’amore, miracolo che non avrà mai
fine, poiché per sempre Dio lo farà e non smetterà mai di farlo. Prendi in
considerazione quanto detto, se la grazia di Dio te lo concede: in questa
conoscenza d’amore consiste la beatitudine eterna; senza tale conoscenza non
c’è che la pena eterna.
Perciò chiunque fosse rinnovato dalla grazia di Dio così da badare
continuamente a ogni impulso della volontà — dal momento che, per natura,
non gli possono mancare questi impulsi —, costui pregusterebbe già in questa
vita la dolcezza eterna, anche se il pieno godimento si ha solo nella beatitudine
celeste. Non meravigliarti, dunque, se ti stimolo con insistenza a fare questo
lavoro.
Se l’uomo non avesse commesso il peccato originale, starebbe facendo ancor
oggi questo stesso lavoro, come dirò più innanzi. Ed è per questo lavoro che
l’uomo fu fatto, e ogni altra cosa ha il compito di aiutarlo a raggiungere questo