Page 12 - La nube della non conoscenza
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per sua grazia a questo stato di vita. Non ammettere  alcun altro pensiero su
                  Dio. Non è che tu debba pensare a tutto ciò anche se non ne hai voglia: una
                  pura intenzione diretta a Dio, e a lui solo, è più che sufficiente.
                  Se  vuoi  ripiegare  e  avvolgere  questa  intenzione  in  una  sola  parola  così  da
                  tenerla più saldamente, prendi una parola corta, meglio se di una sola sillaba:
                  più  è  corta,  più  si  intona  all’opera  dello  spirito.  Una  tale  parola  può  essere
                  «Dio» o ancora «Amore». Scegli una di queste due o un’altra di tuo gradimento,
                  purché sia di una sola sillaba. E questa parola legala stretta al tuo cuore, così
                  che  non  se  ne  stacchi  più,  qualunque  cosa  accada.  Questa  parola  sarà  il  tuo
                  scudo  e  la  tua  lancia, sia  in  pace  che  in  guerra. Con  questa  parola  picchierai
                  sulla nube e sull’oscurità che ti sovrasta. Con questa parola sopprimerai ogni
                  pensiero sotto la nube d’oblio. A tal punto che se qualche pensiero ti metterà
                  sotto pressione chiedendoti cosa mai stai cercando, non gli risponderai se non
                  con questa semplice parola. E se si farà avanti con la sua scienza per spiegarti il
                  significato  di  quella  stessa  parola  ed  esporne  le  varie  proprietà,  gli  dirai  che
                  vuoi conservarla intatta nella sua interezza, e non intendi ridurla in briciole.
                  Se ti terrai ben saldo  in questo proposito, ti assicuro che quel pensiero se ne
                  andrà immediatamente. E perché? Perché tu non gli avrai dato modo di nutrirsi
                  di quelle dolci meditazioni di cui ho parlato prima.

                                                     CAPITOLO 8
                     Un chiarimento su alcuni problemi che possono presentarsi nel corso della
                  contemplazione: il rifiuto della curiosità intellettuale propria dell’animo umano,
                    e la distinzione dei gradi e delle parti tra la vita attiva e quella contemplativa

                  Ma ecco che mi chiedi: «Che cos’è quella cosa che si intromette nel mio lavoro?
                  È buona o cattiva?». Se, come dici, si trattasse di una cosa cattiva, allora resto
                  sorpreso dal fatto che viene ad accrescere così tanto la devozione di un uomo.
                  Infatti,  talvolta  ho  la  netta  impressione  che  si  ottenga  grande  conforto  ad
                  ascoltare  le  sue  ispirazioni.  Queste  mi  fan  piangere  amaramente,  allorché  mi
                  muovono a compassione ora per la passione di Cristo, ora per la mia propria
                  miseria o per altri motivi che mi sembrano senz’altro santi e di grande aiuto.
                  Per questo ritengo che quella casa non può assolutamente essere cattiva. Ma se
                  invece è buona, e per di più mi fa del gran bene con le sue dolci ispirazioni,
                  allora mi sembra molto strano che tu mi ordini di ricacciarla, e così lontano poi,
                  sotto la nube d’oblio».
                  La  tua  mi  pare  proprio  una  domanda  pertinente:  per  questo  cercherò  di
                  risponderti meglio che posso, anche se in maniera sempre inadeguata.
                  Innanzitutto, quando mi chiedi cosa  sia quella cosa che vuole  intromettersi a
                  tutti i costi nel tuo lavoro, prestandosi perfino ad aiutarti, rispondo che si tratta
                  di  una  visione  chiara  e  penetrante  da  parte  della  tua  mente,  che  è  la  facoltà
                  razionale dell’anima.
                  E quando mi chiedi se è una cosa buona o cattiva, dico che è fondamentalmente
                  buona per sua natura, poiché la ragione è un raggio della rassomiglianza con
                  Dio. Ma l’uso che se ne fa può essere buono o cattivo. Buono, quando la ragione
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