Page 15 - La nube della non conoscenza
P. 15

questo cieco slancio d’amore verso Dio in se stesso e questa continua e segreta
                  pressione d’amore verso la nube della non-conoscenza. Meglio dunque sarebbe
                  avere un simile atteggiamento e provarlo come fosse un sentimento spirituale,
                  piuttosto che contemplare o fissare l’attenzione sugli angeli o i santi in cielo, o
                  ancora ascoltare la gioiosa melodia che circonda beati.
                  Non meravigliarti di quanto ti dico. Se tu potessi anche una sola volta percepire
                  chiaramente  questo  slancio  d’amore  e  questa  segreta  pressione,  così  da
                  giungere  per  grazia  a  impossessartene  e  a  sperimentarli  in  questa  vita,  la
                  penseresti anche tu come me. Stai pur certo, però, che non potrai mai avere la
                  chiara visione di Dio qui in questa vita. Puoi comunque aver coscienza di lui, se
                  Dio stesso te lo concede per sua grazia. Eleva dunque il tuo amore fino a quella
                  nube. O, per meglio dire, lascia che Ilio attiri il tuo amore su su fino a quella
                  nube. E sforzati, con l’aiuto della sua grazia, di dimenticare tutto il resto.
                  Se  il  semplice  pensiero  di  qualcosa  al  di  sotto  di  Dio,  pensiero  spontaneo  e
                  nient’affatto  ricercato,  ti  allontana  di  più  da  Dio  che  se  non  ci  fosse  stato
                  nemmeno, e ti danneggia a tal punto da renderti meno capace di sperimentare il
                  frutto  del  suo  amore,  quanto  più  dannoso  si  rivelerà  un  pensiero
                  deliberatamente  preso  in  considerazione  e  assecondato.  E  se  il  ricordo  di
                  qualche  santo  in  particolare  o  di  qualche  oggetto  puramente  spirituale  ti
                  ostacola  così  tanto  nel  tuo  lavoro,  che  ne  sarà  del  ricordo  di  qualcuno  che
                  ancora  vive  in  questa  vita  miserabile,  o  di  qualsiasi  altra  cosa  materiale  o
                  mondana?
                  Io  non  dico  che  quel  pensiero  improvviso  e  spontaneo,  assolutamente
                  involontario, pensiero riguardante una cosa buona e puramente spirituale che si
                  trova  al  di  sotto  di  Dio,  o  quell’altro  pensiero  suscitato  appositamente  per
                  accrescere la propria devozione, siano di per se stessi un male, anche se sono di
                  ostacolo in questo lavoro.
                  Dio non voglia che tu mi fraintenda. Quello che voglio dire è che, per quanto
                  possa essere buono e santo, quel pensiero è più di ostacolo che di aiuto, almeno
                  per il momento. Infatti, chi cerca Dio nella perfezione non troverà mai il proprio
                  riposo nel ricordo di qualche angelo o santo del cielo.

                                                     CAPITOLO 10
                        Come si fa a sapere se un pensiero è da considerare peccato o meno;
                                 e se è peccato, quando è mortale e quando è veniale

                  Ma  questo  non  vale  per  qualsiasi  ricordo  di  una  persona  vivente  o,  di
                  qualunque  altra  cosa  materiale  o  mondana.  Quel  pensiero  spontaneo  e
                  improvviso che nasce dentro di te senza che tu lo abbia cercato o voluto, non ti
                  può  certo  essere  imputato  a  peccato.  Lo  si  può  sì  considerare  peccato,  in  un
                  certo senso, in quanto è la conseguenza del peccato originale, che ti ha privato
                  del dominio sui tuoi pensieri. Dal peccato originale però sei stato purificato nel
                  battesimo.
                  Diventa, invece, un vero e proprio peccato se questo impulso improvviso non lo
                  metti  subito  a  tacere.  Il  tuo  cuore  di  carne  è  così  fragile  che  ne  sarebbe
   10   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20