Page 39 - La nube della non conoscenza
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grazia, una breve sillaba di tal genere nell’altezza e nella profondità, nella
lunghezza e nella larghezza del suo spirito, Dio la sentirebbe ugualmente per
via del tono accorato del suo grido, e l’aiuterebbe senz’altro.
Eccone una prova. Se tu dovessi sentire il tuo nemico mortale che, in preda al
terrore, grida dal profondo del suo spirito questa breve parola: «Fuoco!» o
«Aiuto!», tu, senza pensare che si tratta del tuo nemico, ma mosso a pietà, e
preso da compassione per il suo grido lancinante, ti alzeresti senz’altro — sì,
fors’anche in una notte di pieno inverno — e andresti in suo soccorso per
aiutarlo a spegnere il fuoco o per confortarlo e calmarlo nella sua angoscia. Mio
Dio!, se un uomo può diventare, per la grazia, così misericordioso da mostrare
tanta pietà e compassione per il suo nemico, nonostante l’odio che gli porta,
quale pietà e misericordia avrà allora il Signore — che possiede per natura quel
che l’uomo ha per grazia — verso l’anima che lancia un tal grido spirituale
dall’altezza e profondità, dalla lunghezza e larghezza del suo spirito?
Certamente il Signore avrà molto più misericordia, senza alcun confronto,
poiché è molto più vicina alle realtà eterne una cosa posseduta per natura, che
non una ricevuta per grazia.
CAPITOLO 39
Come deve pregare il contemplativo, e in che cosa consiste la preghiera;
quali parole sono più adatte se si intende pregare oralmente
Perciò dobbiamo pregare nell’altezza e nella profondità, nella lunghezza e nella
larghezza del nostro spirito. E non con molte parole, ma con una semplice
parola di una sola sillaba.
Quale sarà questa parola? Certo una che si accorda per il meglio alla natura
della preghiera. E quale parola corrisponde a questo requisito? Vediamo
innanzitutto cos’è essenzialmente la preghiera in se stessa; solo allora potremo
sapere più chiaramente qual è la parola che meglio si accorda alla natura della
preghiera.
Di sua natura la preghiera non è altro che un pio anelito verso Dio, per ottenere
il bene e allontanare il male.
Poiché tutto il male si può riassumere nel peccato, che ne è la causa e l’essenza
stessa, allora quando preghiamo con la ferma intenzione di allontanare il male,
non dobbiamo dire né pensare né intendere nient’altro che questa breve parola:
«peccato». Se invece preghiamo con la ferma intenzione di ottenere il bene, non
ci resta che gridare a parole, con il pensiero o con il desiderio questa semplice
parola, e nessun’altra: «Dio». In Dio infatti si trova tutto il bene: egli ne è la
causa e l’essenza stessa.
Non meravigliarti se ho preferito mettere queste parole al posto di altre. Infatti,
se potessi trovare delle parole più corte, capaci di riassumere in sé tutto il bene
e il male, come fan queste due, oppure se Dio mi avesse insegnato a sceglierne
delle altre, avrei certamente preso quelle e avrei lasciato queste. E così che
consiglio di fare anche a te.
Non metterti a ricercare delle nuove parole, perché non raggiungeresti mai il