Page 36 - La nube della non conoscenza
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Se  le  cose  stanno  in  questo  modo,  allora  puoi  essere  ben  certo  che  è  Dio  in
                  persona,  e  non  altri,  a  muovere  la  tua  volontà  e  il  tuo  desiderio,  e  senza  vie
                  intermedie né da parte tua né da parte sua. Ora, non aver paura del diavolo,
                  poiché  non  può  avvicinarsi  a  te  più  di  quel  tanto.  Infatti,  per  quanto  possa
                  essere  scaltro,  il  diavolo  può  muovere  la  volontà  di  un  uomo  solo
                  saltuariamente,  e  per  vie  traverse.  Nemmeno  un  angelo  buono  può  muovere
                  direttamente e in maniera adeguata la tua volontà. Insomma, non c’è nessun
                  altro che possa farlo, se non Dio solo.
                  Puoi ben capire da queste mie parole, ma ancor più chiaramente per esperienza,
                  che in quest’opera gli uomini non devono assolutamente far uso di mezzi e di
                  vie, né possono sperare di giungere alla contemplazione grazie a chissà quali
                  aiuti. Tutti i mezzi efficaci dipendono da Dio, mentre lui non dipende da niente,
                  e nessun mezzo può portare alla contemplazione.

                                                     CAPITOLO 35
                               I tre mezzi che dovrebbe impiegare il principiante nella
                                contemplazione: la «lectio», la «meditatio» e l’«oratio».

                  Tuttavia,  ci  sono  dei  mezzi  che  dovrebbe  impiegare  chi  vuoi  diventare  vero
                  contemplativo, e precisamente: la «lectio», la «meditatio» e l’«oratio», ovvero,
                  secondo una terminologia più comune e comprensibile: la lettura, la riflessione
                  e la preghiera.
                  Di  questo  ha  già  trattato  in  un  suo  libro  un  altro  autore  e  molto  meglio  di
                  quanto non sappia fare io: perciò è inutile che mi dilunghi su questo argomento.
                  Ma c’è una cosa che voglio sottolineare: quei tre mezzi sono così correlati tra
                  loro, che è impossibile per uno ai primi passi — non certo per chi è perfetto, per
                  quanto è possibile quaggiù — fare una buona meditazione, se prima non vi è
                  stata  una  lettura  o  un  ascolto  adeguati.  Lettura  o  ascolto,  è  sempre  la  stessa
                  cosa:  infatti,  i  chierici  leggono  i  libri  e  il  volgo  «legge»  i  chierici  quando  li
                  ascolta  predicare  la  parola  di.  Dio.  D’altra  parte,  i  contemplativi  incipienti  e
                  proficienti  non  possono  nemmeno  pregare  bene  senza  l’esercizio  preliminare
                  della meditazione.
                  Una  prova  di  quest’ordine  progressivo  è  data  da  quanto  segue.  La  parola  di
                  Dio,  orale  o  scritta,  può  essere  paragonata  a  uno  specchio.  Spiritualmente,
                  l’«occhio»  della  tua  anima  è  la  ragione,  mentre  la  coscienza  è  il  tuo  «volto»
                  spirituale.  Ora,  come  gli  occhi  del  tuo  vero  volto  non  possono  vedere  né
                  immaginare  la  presenza  di  una  macchia  sporca  sul  tuo  stesso  volto,  senza
                  l’aiuto di uno specchio o di qualcun altro che te lo dica, così spiritualmente è
                  impossibile, almeno per la ragione umana, che un’anima accecata dall’abitudine
                  al peccato riesca a vedere la corruzione nella propria coscienza, senza aver letto
                  o sentito la parola di Dio.
                  E proseguendo di questo passo, quando un uomo vede nello specchio, oppure
                  apprende da altri, dove si trova esattamente quella sporca macchia sul suo viso
                  — tutto ciò sia in senso letterale che spirituale allora, e non prima, egli corre alla
                  fontana a lavarsi. Se questa macchia è un peccato particolare, allora la fontana è
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