Page 38 - La nube della non conoscenza
P. 38
repentina, senza alcuna premeditazione o altro espediente, né prima né durante
la preghiera stessa. E se anche son fatte di parole, il che capita raramente, si
tratta pur sempre di pochissime parole: meno sono, meglio è. E se si tratta di
una piccola parola d’una sola sillaba, a mio parere è ancor meglio che una di
due, ed è più conforme all’opera dello spirito. Infatti chi si dedica al lavoro
contemplativo dovrebbe sempre trovarsi nel punto più alto ed eccelso dello
spirito. Che ciò sia vero, lo si può vedere in questo esempio preso dalla realtà
quotidiana. Una persona in preda al terrore, per lo scoppio improvviso di un
incendio o per la morte repentina di un uomo o per qualcos’altro, raggiunge
immediatamente il punto più alto del suo spirito e si sente spinta dalla fretta e
dalla necessità a gridare o invocare aiuto. E in qual modo? Certo non con una
valanga di parole, e neppure con una semplice parola di due sillabe. Perché
mai? Perché gli sembra di perdere troppo tempo per dichiarare il suo urgente
bisogno e l’agitazione del suo spirito. Perciò prorompe in un grido lancinante,
fatto di una sola parola e di una sola sillaba, come «Fuoco!», oppure «Aiuto!».
Come questa breve parola: «fuoco!», scuote immediatamente la gente e penetra
più in fretta nelle orecchie di chi ascolta, così succede con una parolina di una
sola sillaba, quando non solo vien pensata o pronunciata, ma è semplicemente
formulata in segreto nelle profondità dello spirito. Dire profondità a proposito
dello spirito è come dire altezza, perché in questo caso non vi è differenza tra
lunghezza e larghezza, altezza e profondità. E questa parolina penetra nelle
orecchie di Dio onnipotente molto prima di un’interminabile salmodia
mormorata con le labbra senza pensarci. Per questo sta scritto che «la preghiera
breve penetra il cielo».
CAPITOLO 38
Come e perché la preghiera breve penetra il cielo
E perché penetra il cielo, questa breve e corta preghiera di una sola sillaba?
Senz’altro perché viene fatta con tutto il cuore, nell’altezza e nella profondità,
nella lunghezza e nella larghezza dello spirito di chi prega così. Nell’altezza,
poiché possiede tutta la potenza dello spirito; nella profondità, poiché in questa
piccola sillaba è Racchiuso tutto ciò che lo spirito sa; nella lunghezza, poiché se
potesse sempre sentire quel che adesso prova, griderebbe in continuazione a
Dio come fa ora; in larghezza, poiché vorrebbe estendere a tutti gli altri quel che
desidera per sé.
È a questo punto che l’anima, secondo le parole di s. Paolo, «è in grado di
comprendere con tutti i santi — certo non pienamente, ma solo in parte e in una
maniera confacente a quest’opera — qual è la larghezza, la lunghezza, l’altezza
e la profondità» dell’onnipotente ed eterno Dio, sommo amore e saggezza
infinita. L’eternità di Dio è la sua lunghezza, l’amore è la sua larghezza, la
potenza è la sua altezza, e la saggezza è la sua profondità. Non c’è da stupirsi se
un’anima, così plasmata dalla grazia a stretta immagine e somiglianza di Dio
suo creatore, vien subito ascoltata da Dio stesso. Sì, se anche fosse l’anima di un
grande peccatore — che è come il nemico di Dio — a gridare, spinta dalla