Page 42 - La nube della non conoscenza
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Ma forse mi chiederai come ci si deve comportare con moderazione per quel
                  che riguarda il cibo, il sonno, e così via. Al che la mia risposta è molto breve:
                  «Prendi le cose come si presentano». Continua nel lavoro della contemplazione
                  senza mai fermarti e senza alcuna moderazione, e saprai ben regolarti quando
                  cominciare o smettere in tutto il resto. Non mi par possibile che un’anima, tutta
                  presa  da  quest’opera  notte  e  giorno  senza  alcuna  moderazione,  possa
                  commettere  errori  di  valutazione  in  questioni  concernenti  la  vita  esteriore  In
                  caso  contrario,  secondo  me  si  tratta  di  un’anima  che  sbaglierebbe  sempre,  in
                  qualunque situazione.
                  Pertanto; se sarò capace di prestare viva attenzione e vigile cura a quest’attività
                  spirituale  interna  alla  mia  anima,  allora  potrò  anche  avere  una  certa  qual
                  indifferenza nel mangiare e nel bere, nel dormire e nel conversare, e in tutte le
                  altre  azioni  esteriori.  Sono  pienamente  certo  di  giungere  alla  giusta
                  moderazione  in  queste  cose  attraverso  una  tale  indifferenza,  piuttosto  che
                  mostrando viva attenzione per esse o soppesandone accuratamente tutti i pro e
                  i contro. In verità non ne verrei mai a capo in questo modo, per quanto io possa
                  fare o dire.
                  Gli uomini dicano quello che han voglia: l’esperienza insegna. Perciò, eleva il
                  tuo  cuore  con  questo  cieco  slancio  d’amore  e  considera  ora  il  «peccato»,  ora
                  «Dio». Dio  lo  vorresti avere,  il peccato, invece, non lo  vorresti aver più. Dio,
                  quello sì ti manca: il peccato sei ben sicuro di averlo. Che il buon Dio ti aiuti in
                  questo frangente, perché ne hai veramente bisogno.

                                                     CAPITOLO 43
                                    Se uno vuol diventare perfetto contemplativo,
                              deve per forza perdere ogni conoscenza e coscienza di sé

                  Vedi che non ci sia nulla che lavori nella tua mente e nel tuo cuore, se non Dio
                  solo. Cerca di sopprimere ogni conoscenza e coscienza di qualsiasi cosa che sta
                  al di sotto di Dio, e ricaccia il tutto ben lontano, giù giù sotto la nube d’oblio.
                  Devi capire che in quest’opera vanno dimenticate non solo tutte le altre creature
                  al di fuori di te (e le loro azioni, nonché le tue personali), ma anche il tuo io, e
                  perfino le azioni che hai fatto per amore di Dio. Infatti, questa è la condizione di
                  chi ama in maniera perfetta: costui non solo ha un grande amore per la cosa che
                  ama  più  di  se  stesso,  ma  in  certo  qual  modo  ha  anche  in  odio  se  stesso  per
                  amore della cosa che ama.
                  Così  bisogna  che  tu  faccia  con  te  stesso:  devi  provar  disgusto  e  fastidio.  per
                  tutto quanto lavora nella tua mente o nella tua volontà, a meno che non si tratti
                  di Dio. Qualunque altra cosa al di fuori di lui, verrebbe sempre a inserirsi tra te
                  e il tuo Dio. Non meravigliarti se hai in odio e ti ripugna pensare a te stesso, dal
                  momento che devi aver sempre coscienza del peccato
                  come di un blocco massiccio orribile e puzzolente, un non so che di frapposto
                  tra te e il tuo Dio. Questo blocco massiccio, infatti, non è altro che il tuo io. E tu
                  devi  pensarlo  unito  e  fuso  con  la  sostanza  del  tuo  essere,  come  se  fosse
                  inseparabile da te.
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