Page 37 - La nube della non conoscenza
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la santa chiesa e l’acqua il sacramento della penitenza, con quel che comporta.
                  Se  invece  si  tratta  della  radice  stessa  del  peccato,  allora  la  fontana  è  Dio
                  misericordioso  e  l’acqua  è  la  preghiera,  con  quel  che  comporta.  Questo  sta  a
                  dimostrare  che  i  contemplativi  incipienti  e  proficienti  non  possono  meditare
                  senza l’esercizio preliminare della lettura o dell’ascolto, né pregare senza una
                  adeguata meditazione.

                                                     CAPITOLO 36
                         Le meditazioni di coloro che sono già avanti nella contemplazione

                  Certamente  questo  non  vale  per  coloro  che  sono  già  avanti  nel  lavoro
                  contemplativo di cui stiamo trattando. Le loro meditazioni, infatti, consistono
                  nella consapevolezza improvvisa e nel cieco sentimento della propria miseria o
                  della  bontà  di  Dio.  E  non  hanno  bisogno  di  far  ricorso  a  un  esercizio
                  preliminare di lettura o di ascolto, o alla considerazione particolare di qualsiasi
                  cosa  al  di  sotto  di  Dio.  Questa  consapevolezza  improvvisa  e  questo  cieco
                  sentimento si imparano prima da Dio che dagli uomini.
                  Non  mi  preoccupo  affatto  se  tu  per  il  momento  non  dovessi  avere  altre
                  meditazioni  sulla  tua  miseria,  o  sulla  bontà  di  Dio  (naturalmente  do  per
                  scontato  che  tu  sia  mosso  dalla  grazia  di  Dio  e  ti  trovi  sotto  una  buona
                  direzione),  se  non  quelle  suggerite  dalla  parola  «peccato»  o  da  quest’altra,
                  «Dio», o da qualsiasi altra parola di tuo piacimento. Non devi né analizzare né
                  esplorare queste parole con avidità di sapere, come se la considerazione delle
                  loro proprietà potesse accrescere la tua devozione. Sono convinto che nel nostro
                  caso e in quest’opera, non capiterebbe mai una cosa di tal genere.
                  Piuttosto,  prendi  queste  parole  così  come  sono  nella  loro  interezza.  Per
                  «peccato» intendi un blocco massiccio di cui non conosci niente, se non che si
                  tratta essenzialmente di te stesso. A mio parere questa maniera di considerare il
                  peccato come un tutt’uno, a cui bai dato la forma di un blocco massiccio e che
                  alla fin fine non è altro che te stesso, dovrebbe mandarti su tutte le furie e farti
                  impazzire. Tuttavia, se qualcuno per caso ti vedesse in questo frangente, non si
                  accorgerebbe di nulla, anzi ti penserebbe nelle più sobrie disposizioni fisiche; e
                  sia che ti trovi seduto o in piedi, fermo o in cammino, in ginocchio o prostrato,
                  nulla trasparirebbe dal tuo comportamento se non una calma assoluta.

                                                     CAPITOLO 37
                     Le preghiere personali di coloro che sono già avanti nella contemplazione

                  Come  le  meditazioni  di  coloro  che  cercano  di  vivere  la  vita  contemplativa
                  sorgono  improvvisamente  e  senza  alcun  aiuto  esterno,  così  anche  le  loro
                  preghiere. Mi riferisco alle loro preghiere private, non a quelle prescritte dalla
                  santa chiesa. I veri contemplativi non potrebbero stimare maggiormente queste
                  ultime, tanto che ne fanno largo uso, secondo la forma e le regole stabilite dai
                  santi padri prima di noi.
                  Ma  le  loro  preghiere  personali  s’innalzano  a  Dio  in  maniera  spontanea  e
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