Page 32 - La nube della non conoscenza
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Anche questo fa parte della saggezza e della giustizia di Dio: l’uomo, quand’era
signore e padrone di tutte le altre creature, si rese volontariamente schiavo dei
suoi stessi sudditi, disubbidendo al comando di Dio, suo creatore, cosicché ora,
ogniqualvolta vuol eseguire quel comando, vede e sente ergersi al di sopra di sé
e intromettersi di prepotenza tra sé e Dio, quelle stesse creature che dovrebbero
star sotto di lui.
CAPITOLO 29
Bisogna impegnarsi continuamente in questo lavoro,
sopportarne pazientemente le sofferenze, e non giudicare nessuno
Perciò chi vuol veramente riacquistare la purezza persa con il peccato e
conseguire quello stato salutare in cui non vi è, più dolore, deve impegnarsi
continuamente in questo lavoro, sopportandone pazientemente le conseguenze:
questo vale sia per un peccatore incallito che per chiunque altro.
Tutti trovano estremamente, faticoso questo lavoro: sia i peccatori, sia i giusti
che non hanno mai commesso un peccato mortale.
Ma in definitiva è molto più gravoso per i primi che non per gli altri, ed è anche
giusto che sia così. Tuttavia, capita spesso che alcuni peccatori incalliti,
colpevoli di peccati orribili, giungano alla contemplazione perfetta prima di
altri che non han mai peccato gravemente. Questo è un miracolo della
misericordia di nostro Signore, il quale dona loro la sua grazia particolare per
riempire di stupore il mondo intero. Ma non ci sarà certo stupore al giorno del
giudizio — almeno, io credo —, quando potremo vedere Dio e tutti i suoi doni
con chiarezza. Alcuni che ora sono disprezzati e che non godono la minima
stima, poiché sono comuni peccatori o forse anche peccatori incorsi in orribili
mancanze, in quel giorno siederanno a buon diritto al cospetto di Dio in
compagnia dei santi. Altri, invece, che ora sembrano aver raggiunto la
perfezione della santità, che son venerati dagli uomini al pari degli angeli e che
forse non hanno mai commesso un peccato mortale, troveranno posto negli
abissi dell’inferno, là dov’è pianto e stridor di denti.
Di qui si può vedere come nessun uomo dovrebbe giudicare un altro in questa
vita, né in bene; né in male. Le azioni, quelle sì, possono essere legittimamente
giudicate buone o cattive, ma non gli uomini.
CAPITOLO 30
Chi può biasimare e condannare le colpe degli altri
Ma chi potrà giudicare le azioni degli uomini?
Senza alcun dubbio quelli che hanno in cura le loro anime e che sono investiti
della debita autorità: non importa se ufficialmente, secondo gli ordinamenti
della santa chiesa, oppure privatamente e spiritualmente, per una particolare
ispirazione dello Spirito santo, in carità perfetta. Ciascuno, dunque, stia attento
a non arrogarsi la facoltà di biasimare e condannare le colpe altrui, a meno che
non vi si senta veramente stimolato dentro di sé dallo Spirito santo.