Page 107 - La nube della non conoscenza
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Dio non può servirsi di questo mio scritto per smuovere te, e con te tutti quanti
                  dovessero leggerlo o sentirlo, contentandosi di prendere me, nonostante la mia
                  indegnità, come suo intermediario? In ogni caso, sia fatta la sua santa volontà,
                  ciò che a lui piace e come a lui piace. Per conto mio, penso che possa benissimo
                  accadere quanto ho prospettato prima; sarà il lavoro stesso, una volta messo in
                  pratica, ad attestarne la veridicità.
                  Perciò, ti prego, preparati a ricevere questa grazia del tuo Signore, e ascolta le
                  sue  parole:  «Se  qualcuno  vuol  venire  dietro  di  me»,  nel  senso  già  detto,
                  «rinneghi se stesso…». E come può un uomo, dico io, rinnegare se stesso e il
                  mondo, e disprezzarli entrambi, in misura maggiore di quanto possa essere il
                  rifiuto di considerare le qualità proprie dell’uno e dell’altro?

                  8. [Attraverso la dimenticanza del proprio essere si percepisce l’essere di Dio. Questa
                  totale spogliazione è causa di grande sofferenza].

                  Sta’ pur certo di questo: anche se ti ho detto di dimenticare tutto, tranne la cieca
                  coscienza del tuo nudo essere, tuttavia io vorrei — era questa la mia intenzione
                  fin dall’inizio — che tu dimenticassi anche la coscienza del tuo stesso essere, per
                  restare con la sola coscienza dell’essere di Dio. È per questa ragione che ti ho
                  dimostrato all’inizio come Dio sia l’essere del tuo essere. Ma dal momento che
                  le tue impressioni spirituali si rivelavano ancora rudimentali, mi sembrava che
                  tu  non  fossi  in  grado  di  elevarti  tutt’a  un  tratto  alla  percezione  spirituale
                  dell’essere  di  Dio.  Allora,  perché  tu  potessi  arrivarci  passo  passo,  ti  avevo
                  raccomandato di rosicchiare la nuda coscienza del tuo essere fino al momento
                  in cui, dopo lunga perseveranza in questo segreto lavoro spirituale, saresti stato
                  capace di sentire Dio in maniera più elevata.
                  E infatti durante la contemplazione il tuo unico scopo e desiderio deve essere
                  quello  di  percepire  Dio.  Se  quindi  all’inizio  ti  ho  esortato  ad  avvolgere  e
                  rivestire  la  percezione  di  Dio  in  quella  del  tuo  essere,  è  per  via  della  tua
                  inesperienza  e  del  tuo  spirito  ancora  rude.  Ma  poi,  reso  più  saggio  da  un
                  assiduo  esercizio  compiuto  nella  purezza  del  tuo  spirito,  ti  dovrai  denudare,
                  spogliare  e  svestirti  completamente  di  ogni  coscienza  di  te  stesso,  per  essere
                  rivestito, in virtù della grazia, della coscienza di Dio in quanto tale. Questa è la
                  vera  condizione  per  chi  vuol  amare  in  modo  perfetto:  deve  spogliarsi
                  totalmente del proprio io per amore della cosa che gli sta a cuore; e non deve
                  permettere  né  sopportare  di  essere  rivestito  d’altro  che  della  sola  cosa  che  è
                  oggetto del suo amore; inoltre, deve restarvi avvolto non per un po’ di tempo
                  soltanto,  ma  per  sempre,  fino  a  dimenticare  il  suo  io  in  maniera  completa  e
                  definitiva.
                  In questo modo opera l’amore, e nessuno  può  saperlo  all’infuori di chi ne  fa
                  esperienza. È quanto ci insegna nostro Signore quando dice: «Chi vuol amarmi,
                  rinneghi se stesso», come a dire: Si spogli di se stesso, chi vuol essere davvero
                  rivestito  di  me,  che  sono  l’ampia  veste  dell’amore,  dell’amore  eterno  e  senza
                  fine. Perciò, tutte le volte che, osservando il tuo lavoro, ti accorgerai di avere
                  ancora  la  percezione  di  te  stesso,  e  non  del  tuo  Dio,  dovrai  dolertene
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