Page 101 - La nube della non conoscenza
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tuoi fratelli in Cristo, ai quali darai i più veri insegnamenti e sarai d’esempio
comportandoti con la massima dignità nella tua forma di vita. Da questi due
precetti, uno che opera all’interno, l’altro all’esterno, dipende tutta la legge e i
profeti, come dice Cristo stesso: «In his enim duobus mandatis tota lex pendet
et prophetae: scilicet in dilectione Dei et proximi». Perciò, quando sarai stato
reso perfetto nel tuo lavoro, sia interiormente che esteriormente, «te ne andrai
sicuro», fondato come sei sulla grazia, che è la guida del tuo cammino
spirituale, offrendo con amore il tuo essere nudo e cieco all’essere beato del tuo
Dio: il tuo essere e il suo diventano una cosa sola per la grazia, pur restando
distinti per natura.
«E il piede» del tuo amore «non inciamperà». In altri termini, quando proverai
l’esperienza di questo lavoro spirituale in continuità di spirito, non ti lascerai
più fuorviare, né tornerai sui tuoi passi con tanta facilità, come fai ora che sei
all’inizio, per via di tutte le sottili problematiche e disquisizioni prodotte dalle
tue facoltà. Oppure si può interpretare in altro modo: il piede del tuo amore
non incespicherà e non inciamperà in nessuna delle immagini sollevate dalle
tue irrequiete attività mentali.
In questo lavoro, come ho già avuto modo di dire, bisogna abbandonare
completamente ogni ricerca speculativa delle nostre facoltà mentali, tanto da
non conservarne neppure il ricordo. In caso contrario, potrebbero facilmente
derivare in questa vita delle false immaginazioni o pericolose illusioni che
danneggerebbero la nuda percezione del tuo cieco essere e ti distoglierebbero
da un lavoro così importante.
Se ti viene alla mente il pensiero di qualche oggetto particolare — tranne quello
del tuo essere nudo e cieco, che è, in fondo, il pensiero del tuo Dio, e il tuo unico
scopo — eccoti distolto dal tuo lavoro, ricacciato indietro a operare con le
furbizie e le sottigliezze delle tue facoltà; eccoti disperso e separato, te e la tua
mente, sia dal tuo stesso essere che da Dio. Perciò cerca di rimanere raccolto e
indiviso più che puoi, in virtù della grazia e della tua abilità nel perseverare in
questo lavoro spirituale. È proprio nella considerazione cieca del tuo nudo
essere, unito a Dio come ti ho già detto, che tu farai tutto quello che dovrai fare:
mangiare e bere, dormire e vegliare, andare e restare, parlare e rimanere in
silenzio, dormire e alzarti, stare in piedi e inginocchiarti, correre e cavalcare,
lavorare e riposare.
Ogni giorno dovrai offrire a Dio il tuo essere nudo, perché questa è l’offerta più
preziosa che tu gli possa presentare. E sarà la parte principale delle tue
occupazioni, attive o contemplative non importa. Infatti, come dice Salomone in
questo brano: «Se ti addormenterai» in questa cieca considerazione, lungi da
ogni rumore o turbamento suscitato dal nemico spirituale, dal mondo
ingannevole e dalla fragilità della carne, «non temerai alcun pericolo», né
alcuna macchinazione del demonio. Perché mai? Perché in questo lavoro il
demonio resta totalmente confuso e viene reso cieco: si trova in una penosa
ignoranza e diventa pazzo dalla voglia di sapere quello che stai facendo. Ma a
te non importa, perché «tu riposerai tranquillo» in questa unione amorosa di
Dio con la tua anima.