Page 33 - La natura del corpo e dell'anima
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uomini  e  quant’altro  del  genere  vi  è.  Senza  dubbio  non  vede  materialmente
                  queste  cose,  perché  sono  corporee  e  non  possono  essere  viste  che  con  occhi
                  corporei,  e  tuttavia  è  là  ovunque  pensa  di  essere,  anche  se  non  vede  con  gli
                  occhi del corpo i luoghi cui pensa, così come è presente là dove dà la vita, nelle
                  parti interne del suo corpo cui dà, senza vederle, la vita.

                  [L’anima come immagine della Trinità]
                  101. E anche in questo riconosce in sé, in qualche misura, l’immagine del suo
                  Creatore:  in  lui  vede  la  luce  che  illumina,  in  sé  una  luce  che  può  essere
                  illuminata.
                  Vede inoltre, nel suo modo particolare, che all’immagine della somma Trinità
                  corrispondono queste potenze di cui essa in se stessa immediatamente dispone:
                  la memoria  (mens),  il pensiero, la volontà. Quando infatti pensa qualcosa, ciò
                  che pensa è tutto intero nella sua memoria, e ciò che tutto assieme ricorda tutto
                  assieme pensa, e vuole inoltre pensarlo e ricordarlo, ama cioè avere la memoria
                  e  il  pensiero.  Quando  ricorda  che  pensa,  certamente  comprende  tutto  il  suo
                  pensiero con tutta la sua memoria, e quando pensa di amare e di ricordare, con
                  tutto il suo pensiero pensa tutto il suo amore e tutta la sua memoria. E con tutto
                  il suo amore essa tutta ama questa memoria tutta e tutto questo suo pensiero,
                  quando  ama  ricordare  e  pensare  a  sé  e  lo  stesso  amare.  102.  Se  le  singole
                  potenze, ciascuna nella sua interezza, assieme amano e pensano e ricordano se
                  stesse,  tutte  tre  assieme  e  nella  loro  interezza  non  saranno  maggiori  della
                  memoria tutta che ricorda, o del pensiero tutto che conosce, o dell’amore tutto
                  che ama.
                  L’anima vede questo in sé, o meglio vede che è questo, e ode Dio che in certo
                  modo le parla, vede la verità che irraggia, intende Cristo che predica e dice: «Io
                  e il Padre» e la mia carità, noi tre, «siamo una cosa sola», siamo un solo Dio. Tu,
                  mente  razionale,  il  tuo  pensiero,  il  tuo  amore,  tu  sei  un  solo  uomo,  fatto  a
                  somiglianza del tuo Autore, non però creato uguale a lui: non sei stato generato,
                  sei stato formato, non sei colui che forma.

                  103. Allontanati da quelle cose che ti sono inferiori, meno perfette e meno belle
                  di  te;  accostati  alla  forma  formatrice  per  poter  essere  più  bello  (formosior),  e
                  congiungiti  con  essa  sempre  di  più,  ché  tanto  riceverai  da  quella  bellezza
                  (species) quanto più grande sarà il peso della carità con cui ti stringerai ad essa.
                  Da essa otterrai infatti lo stato immutabile di questa immagine, da cui hai avuto
                  origine.  Questo  ed  altro  dice  la  verità  all’orecchio  del  cuore,  istruendoci
                  interiormente.
                  E  ogni  anima  che  ode  questo,  sebbene  l’umana  miseria  sia  sempre  pronta
                  all’invidia,  non  ha  più  nulla  da  invidiare  all’angelo,  perché  un  uomo  tale  e
                  l’angelo e Dio sono ormai uno spirito solo, come dice l’Apostolo, o sono in Dio
                  una  cosa  sola,  come  dice  il  Vangelo.  In  particolare  una  volta  che  il  capo
                  dell’umanità, l’uomo Cristo, assunto veramente e perfettamente nell’unità della
                  persona dalla stessa Verità, dal Figlio di Dio, ha meritato ormai di udire ciò che
                  l’angelo non ha mai potuto udire.
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