Page 34 - La natura del corpo e dell'anima
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104. Ha udito infatti da Dio Padre: «Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi
                  sono compiaciuto».
                  Gioisca  dunque  la  santa  umanità  glorificata  nel  suo  capo  Cristo,  ed  esaltata
                  sopra  gli  angeli  esulti  in  se  stessa,  avendo  udito  l’angelo  adorato  dall’uomo
                  rifiutare  l’adorazione  e  dire  con  pia  umiltà  e  soavissima  carità:  «Non  lo  fare,
                  sono  conservo  tuo  e  dei  tuoi  fratelli».  Ne  vada  fiero  anche  il  pii  piccolo  del
                  regno di Dio ancora pellegrino su questa terra, perché, come attesta la Verità
                  stessa, il suo «angelo vede sempre il volto del Padre».
                  Ma torniamo ancora all’immagine della Trinità. Nessuna realtà esiste senza che
                  Dio, la santa Trinità, la crei, e nessuna realtà può esserci che non sia assieme
                  una e triplice.

                  105.  Ogni  anima,  come  si  è  detto,  consiste  di  tre  elementi  indivisibili:  la
                  memoria,  la  facoltà  della  riflessione,  la  volontà.  Ogni  corpo  è  uno  ed  è
                  sottoposto alla misura, al numero, al peso. L’anima può accogliere, con le sue
                  tre  facoltà,  questi  tre  caratteri,  dato  che  con  esse  giudica  delle  misure,  dei
                  numeri e dei pesi, cioè di tutto quanto è corporeo. Dalla realtà suprema, che è
                  Dio, la forma della divinità una e trina si diffonde attraverso l’entità intermedia,
                  l’anima,  sino  alla  realtà  inferiore,  che  è  quella  corporea,  imprimendo  il  suo
                  segno sui corpi e donando la conoscenza alle anime.
                  Quando  l’anima  vede  con  l’intelletto  tutto  questo,  non  gioisce  pii  tanto  della
                  propria  bellezza  quanto  della  forma  formatrice,  tendendo  alla  quale  diviene
                  sempre  più  bella.  Lo  stesso  tendere  ad  essa  è  prendere  forma.  106.  In  verità,
                  tutto ciò che è affetto da amore per Dio non si appartiene, ma appartiene a lui,
                  dal quale è affetto.
                  [L’unità dello Spirito] O anima beata, veramente beata, che quando prega, come
                  dice  l’Apostolo,  non  essa,  ma  lo  «Spirito  santo»  prega  per  essa  «con  gemiti
                  ineffabili»;  quando  parla,  «lo  Spirito  parla»  per  essa  «dei  misteri»;  infine,
                  qualsiasi  cosa  faccia,  non  essa,  ma  «lo  Spirito»  in  essa  «opera  tutto»  in tutto,
                  «distribuendo a ciascuno come vuole» ciascuna cosa.
                  Come infatti il corpo vive dell’anima, così quell’anima vive di Dio, anelando a
                  lui solo, respirando sempre lui solo, come il corpo vivente l’aria, restando tutta
                  in  Dio  per  l’affezione  della  fede,  e  avendo  in  sé  colui  che  ama  per  la  sua
                  operazione onnipotente, sino a divenire un solo spirito con lui.

                  107.  La  volontà  infatti  del  Padre  e  del  Figlio,  lo  Spirito  santo,  con  ineffabile
                  gaudio, per una grazia inconcepibile, una segretissima ispirazione e una mani-
                  festissima operazione, conformandosi la sua volontà, unendo a sé il suo amore
                  con  l’onnipotenza  spirituale,  diviene  a  tal  punto  una  cosa  sola  con  essa  che,
                  come si è detto, quando essa insistentemente chiede «con gemiti inenarrabili», si
                  deve dire che egli stesso piuttosto chiede. E questa è la preghiera del Figlio al
                  Padre: «Voglio», cioè, in virtù della mia volontà, che è lo Spirito santo, faccio,
                  «che come io e tu siamo una cosa sola» nella sostanza, «così anch’essi siano in
                  noi una cosa sola» per grazia. Una cosa sola per l’amore, una cosa sola per la
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