Page 32 - La natura del corpo e dell'anima
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momento è tutta nell’intelletto e contempla le realtà celesti, tutta nei sensi o, se
agisce, nelle sue attività, anche se non sente quello che fa, tutta nel corpo cui dà
la vita.
97. Ed è l’anima stessa che sente, essa che non intende ciò che sente, essa che,
senza sentire né intendere, anima e vivifica il corpo, per mezzo del quale sente
ciò che per se stessa non intende. Quest’anima coincide con il suo potere. Ciò
che pensa è un suo accidente, ma ciò con cui pensa è la sua stessa sostanza. Così
per la volontà. Voler qualcosa è per essa un accidente, ma il volere in quanto
tale è la sua sostanza. Tutta dunque pensa, perché è tutta pensiero, tutta vuole,
perché è tutta volontà.
Osserva, ti prego, come progrediamo verso l’immagine di colui che ci ha creati.
Se infatti l’anima quando pensa è tutta pensiero, se è tutta volontà, certamente
quando tutta ama è tutta amore. Ma anche Dio è detto ed è amore.
98. Quest’amore [divino] però è tale che non può amare se non il bene e che per
esso non è possibile essere amato se non bene. Quell’amore, invece, che è
l’anima umana, per la mutevolezza degli affetti può sia ardere di carità celeste
per ciò che gli è superiore, e Dio soltanto gli è superiore, sia abbassarsi a ciò che
gli è inferiore per un amore colpevole.
L’anima, creata in così grande maestà e dignità a immagine del suo Creatore,
contemplando se stessa e lui rimane per qualche tempo in se stessa. Guarda al
suo potere non senza un sacro timore; si chiede se esista qualcosa che le sia
superiore dove essa debba passare distaccandosi da sé, e trova che tutte le cose
mutevoli o mobili non possono essere mosse che da ciò che è immobile. 99. E a
proposito di se stessa comprende che, anche se non si muove localmente, si
muove tuttavia per le affezioni, e che al di sopra di sé c’è un altro più stabile
termine cui appoggiarsi, che non si muove né localmente né temporalmente.
Poiché, come si è detto, niente è mosso se non da ciò che è immobile, l’anima
vede che è necessario essere stabile per muovere il corpo nello spazio e nel
tempo, così come Dio, immobile in se stesso, muove l’anima nel tempo. E si
riconosce un’entità intermedia fra Dio e il corpo: non è simile ad alcun corpo,
essendo simile a Dio; tuttavia non può uguagliarsi a Dio poiché, anche se ha
avuto origine da (ab) lui, non viene tuttavia da (ex) lui né discende da (de) lui.
Vede che vede le realtà incorporee da se stessa, le realtà corporee tramite il
corpo; vede anche che vede le realtà corporee da se stessa, senza il corpo.
100. Certamente vede, per non dir altro, le parti interne del suo corpo: i tre lobi
del cervello intimamente uniti fra loro, la massa del fegato, che sta al suo posto
e aderisce strettamente al tessuto della milza, la bilancia sospesa dello stomaco,
il plettro del cuore che batte senza interruzione, i condotti delle vene, le con-
nessioni e i luoghi da cui si originano i nervi, la compagine delle ossa, le cavità
dei polmoni, e altre innumerevoli parti.
Ovunque si porta col pensiero, luogo o regione, è là, anche se non può vederli
materialmente: vede la disposizione dei luoghi, il corso dei fiumi, il volto degli