Page 31 - La natura del corpo e dell'anima
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giustizia è un profumo per l’anima razionale, fetore l’iniquità o l’impudicizia; la
vanità la consuma, la vini la fa fiorire; la compagnia della stoltezza la rende
misera, l’abbraccio della sapienza beata.
94. Essa è tutta occhio, perché tutta vede, e vede nella sua interezza ciò che
osserva. L’uomo esteriore non vede con tutto il suo essere, perché vede soltanto
con l’occhio, e non vede tutto intero ciò che vede, perché non può vedere tutti
gli aspetti del corpo che vede. Inoltre, per essa è la stessa cosa vedere e udire,
odorare e gustare o toccare, mentre nel corpo non può esserci un’unità o un
potere di tal sorta.
Si è detto che l’anima è qualcosa di invisibile e incorporeo, e per questo non
occupa un luogo, niente infatti di ciò che è incorporeo occupa un luogo; bisogna
dunque vedere, per penetrarne con pii chiarezza la natura, se veramente si
possa provare che essa non occupa alcun luogo, se sfugga del tutto, come la
divinità, a quelle categorie che sono proprie dei corpi e di ciò che appartiene ad
essi. L’essenza divina non è sottoposta a nessuna di queste categorie, pur
essendo essa la prima e somma sostanza.
95. Non si può infatti predicare la qualità di colui che è incomparabile, la
quantità di colui che non ha alcuna massa, il possesso di colui che non manca di
nulla, la modalità di colui che è la misura stessa. Non si deve cercare se ha un
abito colui che tutto ha; se c’è un luogo di colui che non occupa luogo ed è tutto
intero ovunque; né il tempo dell’eterno, né l’attività di colui che è nella quiete, e
nella quiete possiede ogni cosa; né l’affezione di colui che è impassibile.
L’anima umana, poiché non ha massa, non ha quantità; poiché soggiace alla
mutevolezza degli affetti, non sfugge alla qualità; poiché non è racchiusa e loca-
lizzata in un luogo, non ammette la localizzazione. L’anima è nel suo corpo in
certo qual modo come Dio è nel mondo: ovunque, e tutta intera ovunque, tutta
intera nei singoli sensi, così che tutta intera sente in ciascuno di essi; tutta intera
nelle singole parti, così che essa tutta dà vita e sensibilità a tutto intero il corpo .
Come si può parlare di una localizzazione? Analogo discorso va fatto anche per
le altre categorie.
96. La Divinità, dunque, non è sottoposta ad alcuna categoria, l’anima ad
alcune, il corpo a tutte. L’anima infatti non si muove localmente, ma per la
diversità delle affezioni prova piacere o pena. Essa può avere delle affezioni
spirituali, che la dilettano o l’affliggono, anche senza il corpo; nessuna parte del
corpo, invece, se l’anima non c’è, ha sensazioni penose o piacevoli. L’anima
infatti ha un potere di azione più esteso e pii sottile del corpo.
Per questo, anche quando governa il corpo e gli dà la sensibilità, allorché con
l’occhio interiore della mente si innalza alle realtà superiori ed eterne, si stacca
in qualche modo dai sensi corporei e si allontana da essi, senza con ciò
muoversi localmente. E non vede quel che le è posto dinanzi, non ode quel che
le risuona dappresso, non intende la pagina che sta scorrendo con gli occhi. Per
un meraviglioso potere, simile in qualche modo a quello di Dio, nello stesso