Page 20 - La natura del corpo e dell'anima
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56.  Analogo  discorso  vale  anche  per  il  cuore.  Se  si  estingue  il  suo  calore
                  naturale, subito, raffreddandosi il corpo, sopravviene la morte. Da ciò appare
                  evidente che anche il cuore è una fonte e una causa della vita.
                  I canalicoli e le molte e diverse arterie che fuoriescono da esso e che nascono le
                  une dalle altre, somministrano a tutto il corpo lo spirito igneo che dà la vita.
                  Era  però  necessario  che  la  natura  fornisse  un  alimento  al  calore  del  cuore,  il
                  fuoco infatti non può mantenersi da se stesso, deve essere alimentato con esca o
                  materia idonea. Perciò dei rivoli di sangue, che sgorgano  dal fegato come da
                  una fonte,  tramite  le vene scorrono ovunque per il corpo assieme  allo  spirito
                  caldo; viene in tal modo evitato che, [raccogliendosi e diffondendosi il sangue e
                  lo spirito] ciascuno per suo conto, la natura si corrompa per un’affezione che
                  sorgerebbe  da  un’altra  affezione.  Ogni  eccesso  risulta  in  realtà  un’affezione
                  corruttrice.

                  57. Così, attraverso questa struttura sapiente ed esatta, che serve ad alimentare
                  la  vita  e  ad  assicurare  la  crescita  secondo  natura,  la  virtù  [vitale]  si  mostra
                  subito  congiunta  con  l’anima  razionale.  Nel  suo  primo  rivelarsi,  questa  si
                  manifesta in modo alquanto oscuro, ma in seguito, con lo sviluppo della natura
                  e la pratica dei buoni studi, in modo più palese. Chi scolpisce nella pietra una
                  figura d’uomo, dapprima abbozza la forma della figura, poi precisa e rifinisce la
                  figura nelle sue linee. Anche Dio, Autore della natura e Creatore del corpo e
                  dell’anima,  forma  così  l’uomo  a  sua  immagine  e  somiglianza,  dapprima  in
                  modo più oscuro, in modo più evidente e perfetto alla fine dell’opera.

                  58. Durante la scultura del suo organo, la bellezza dell’anima si mostra dunque
                  in proporzione alla perfezione di questo: imperfetta quando esso è imperfetto,
                  risulterà  perfetta  quando  esso  sarà  perfetto.  Essa  sarebbe  perfetta  sin
                  dall’origine, se nella sua origine la natura non fosse stata corrotta dalla malizia.
                  Per questo veniamo al mondo come gli animali, e l’immagine del nostro Fattore
                  non può risplendere in noi subito, ma soltanto dopo grandi e lunghe fatiche:
                  l’uomo è condotto alla sua perfezione attraverso un lungo percorso, per mezzo
                  delle facoltà materiali e animali dell’anima.

                  [L’uomo partecipa di ogni forma di esistenza]
                  Ogni uomo ringrazi, non quanto dovrebbe ma quanto può, il suo Creatore, che
                  già  quando  viene  all’esistenza  gli  conferisce  la  perfezione  di  ogni  creatura,
                  donandogli  con  la  sua  onnipotenza  l’esistenza  come  alle  pietre,  la  facoltà  di
                  riprodursi  come  alle  erbe  e  alle  piante,  la  vita  dei  sensi  o  animale  come  agli
                  animali;  a  tutto  ciò  viene  poi  ad  aggiungere  anche  la  vita  razionale,  quale  è
                  quella degli angeli.

                  59. Anche se, in un modo o nell’altro, le erbe e gli alberi sembrano vivere, e i
                  bruti e ogni animale avere un’anima, è certo però che tutti questi esseri, quale
                  che sia il loro modo di vivere, non hanno anima e non assurgono in questo alla
                  dignità della condizione umana. Anche nei semi, in effetti, appare una qualche
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