Page 14 - La natura del corpo e dell'anima
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36. Il nervo ottico fuoriesce da sotto la pia madre, dal cervello stesso, dove nasce
e trova alimento. Perché nell’uscire dal cranio non venga leso, a causa della sua
delicatezza, dalle ossa di questo, si prolunga ricoperto dalla pellicola della pia
madre. Esso giunge fino agli occhi, per fornir loro il potere della vista, e si salda
con l’umore di mezzo, il cristallino.
Tre sono gli umori e sette le tuniche che producono o aiutano a produrre la
vista.
L’umore che sta in mezzo, chiamato cristallino, che, come si è detto, è
fondamentale per la visione. La sua forma è tondeggiante, perché non sia
facilmente offeso, appiattita però da una parte, perché la vista sia diretta in
modo sicuro e fermo. Sotto di esso o dopo di esso, cioè dietro, si trova l’umor
vitreo, nell’ordine che segue: anzitutto, sotto e attorno ad esso si trova la retina,
chiamata così perché costituita da vene e arterie disposte in forma di rete.
37. Suo compito è raffinare il sangue che giunge sino ad essa, perché una
sostanza sanguigna troppo spessa non leda il cristallino. Questo è lo strumento
proprio della vista e prende il nome dal cristallo per la sua purezza. L’umor
vitreo non trae dalla retina il sangue di cui si alimenta attraverso vene e arterie,
delle quali manca qui qualsiasi sistema, ma in modo naturale, trasformandolo
nella propria natura; in tal modo fornisce alimento e nutrimento al cristallino.
Fra la retina e l’umor vitreo vi sono ancora due tuniche, cioè la secondina,
chiamata cosi perché occupa il secondo posto, e la sclerotica (scliros), cioè una
tunica dura, che sta a difendere gli occhi, dalla parte interna, da un eccesso di
umori o da altre sostanze superflue che possono giungervi. Sopra queste tre
tuniche c’è l’umor vitreo, cioè simile al vetro. Con questi organi si congiunge il
nervo ottico, non unico ma doppio, affinché ciascun occhio abbia il suo, che gli
fornisca lo spirito e il potere di vedere.
38. Dietro l’umor vitreo vi è una quarta tunica, che per la sua tenuità è detta tela
di ragno, tale da attrarre facilmente gli umori e, per la sua leggerezza, da addol-
cirli entrambi. Sopra questa è posto infatti il cristallino. Dietro ad esso l’umor
acqueo (evagaidos), cioè un umore albugineo, simile all’albume dell’uovo, che
nutre il cristallino dall’esterno con la sua umidità e impedisce che l’aria lo
essicchi. Dietro a questo si trova la tunica uvea, fatta come un acino d’uva, che
contiene le lacrime. Dopo di questa vi è la cornea, dura come il corno, per
difendere l’umor acqueo da urti dall’esterno. Anch’essa contiene dell’umore
cristallino, perché gli occhi di continuo sforzati per guardare il mondo esterno
non si asciughino e la vista non si indebolisca, come accade nei pesci, che non
chiudono mai gli occhi e per questo incappano nelle reti. 39. La settima tunica è
la congiuntiva, che contiene e congiunge tutte le altre parti dell’occhio. Si tratta
di quella parte bianca che si vede negli occhi. Essa non copre ma circonda
l’uvea.
Il nervo ottico, poi, che proviene dal cervello, è cavo, per portare spirito
sufficiente alla vista; esso, quando arriva agli occhi, si dilata così da circondare